Ipotiroidismo subclinico e poli-abortività, esiste una correlazione?

Ipotiroidismo subclinico e poli-abortività, esiste una correlazione?

30 Aprile 2022 0 Di La Redazione

L’aborto ricorrente (AR), definito da tre o più episodi consecutivi di aborto spontaneo, complica il 5% delle gravidanze. «Fra le cause più frequenti» ricorda Benedetta Zampetti, Endocrinologia, Ospedale Niguarda, Milano «si annoverano la sindrome da anticorpi anti-fosfolipidi, anomalie uterine e soprattutto la presenza di anomalie cromosomiche. Visto il ruolo centrale degli ormoni tiroidei per lo sviluppo fetale, alcuni studi hanno valutato anche la possibile associazione fra ipotiroidismo e AR, ma la questione non è stata ancora del tutto chiarita. Inoltre, non c’è ancora consenso neanche sulla necessità dello screening universale della funzione tiroidea e del dosaggio degli anticorpi anti-tiroide nella popolazione gravida».
Le linee guida dell’European Society of Human Reproduction and Embriology raccomandano lo screening tiroideo (dosaggio di TSH e anticorpi anti-TPO) nelle donne con storia di AR (Bender Atik R, et al. Hum Reprod Open 2018), mentre nello stesso gruppo di donne è raccomandato lo screening del TSH, ma non quello degli anticorpi secondo la consensus dell’American Society of Reproductive Medicine e l’Endocrine Society (Practice Committee of the American Society for Reproductive Medicine. Fertil Steril 2012; De Groot L, et al. J Clin Endocrinol Metab 2012). Le linee guida dell’American Thyroid Association – aggiunge Zampetti – suggeriscono infine il dosaggio del TSH in caso di specifici fattori di rischio, con l’aggiunta del titolo anticorpale se TSH > 2.5 mIU/L (Alexander EK, et al. Thyroid 2017).
«Un recente studio osservazionale di coorte ha quindi provato a chiarire questi aspetti, concentrandosi sulla necessità dello screening del TSH e sull’impatto sia dell’ipotiroidismo subclinico (IpoS) che della terapia sostitutiva con levo-tiroxina (LT4) sul numero di nati vivi (NV) nelle pazienti con storia di AR» segnala la specialista. «L’IpoS è stato definito da valori di TSH > 2.5 mIU/L e normali valori di fT4; la terapia con LT4 è stata somministrata a discrezione dell’endocrinologo, a dosaggi variabili fra 12.5 e 175 mg/die». Nello studio, riporta Zampetti, sono state arruolate 1102 pazienti, 944 eutiroidee e 158 con ipotiroidismo pre-esistente alla gravidanza, con storia di 2 o più aborti e con almeno una successiva gravidanza portata a termine; dopo aver escluso 88 pazienti (per anomalie uterine o anomalia cromosomica nel partner), fra le 1014 pazienti incluse nello studio è emerso IpoS nel 14.4%, che è stato trattato con LT4 nel 29.5% dei casi. «Dall’analisi dei dati» riferisce Zampetti «emerge che: 1) in relazione all’outcome primario (NV, dopo aver escluso aborti dovuti ad aneuploidie, gravidanze biochimiche o ectopiche): il tasso di NV è risultato del 89.2% nel gruppo ipoS trattato con LT4, del 90% nel gruppo IpoS non trattato e del 91.1% nel gruppo eutiroideo (OR 0.95, IC 95% 0.23-3.83); 2) il tasso di NV per gravidanza è risultato, rispettivamente, 93.1%, 85.7% e 90.9% (OR 0.95, IC 95% 0.23-3.83). In conclusione, non è stata riscontrata nessuna differenza statisticamente significativa nel tasso di NV fra le donne con IpoS trattate e non trattate. Nel gruppo di pazienti con IpoS trattate con LT4 è stata riscontrata una maggior presenza di pazienti sottoposte a fertilizzazione in vitro ed embrio transfer rispetto al gruppo di pazienti non trattate con LT4 (20.5% vs 4.8%), ma, anche dopo correzione per questi fattori confondenti, non è stata riscontrata differenza nel tasso di NV fra i due gruppi». Outcome secondari fra le donne con IpoS trattate con LT4 vs quelle non trattate: a) aborto: 25% vs 31.4%; b) gravidanze biochimiche: 27.3% vs 18.2%; c) gravidanza ectopica: 9.1% vs nessuna; d) parto pre-termine (< 34 settimane): 4.5% vs 2.7%. Limiti dello studio: a) mancata valutazione degli anticorpi anti-TPO, misurati solo nei pazienti con TSH > 10 mIU/L; b) inclusione anche di pazienti con ipotiroidismo manifesto (TSH > 10 mIU/L), in cui il dosaggio di TSH e fT4 è stato effettuato una volta sola durante la gravidanza; c) inizio e adeguamento della terapia con LT4 a giudizio del singolo endocrinologo, senza criteri precisi.
«I risultati di questo studio non sono a favore dello screening e del trattamento dell’IpoS nelle donne con storia di AR. Gli autori concludono che, dal momento che la terapia con LT4 non sembrerebbe portare a differenze nel tasso di NV, lo screening del TSH non sarebbe giustificato nelle pazienti con IpoS e storia di AR» conclude Zampetti.

 

 

 

 

Fonte: http://www.doctor33.it/endocrinologia/ipotiroidismo-subclinico-e-poliabortivita-esiste-una-correlazione/?xrtd=LLPCTYAXRSTYRTVSVRCCTRC