Iole Moscati: “Non ci si salva restando sordi alla coscienza”

Iole Moscati: “Non ci si salva restando sordi alla coscienza”

6 Gennaio 2021 0 Di Anna Mozzi e Pasquale Maria Sansone

Chi di noi in un momento drammatico come quello attuale, riflettendo sulle azioni eroiche di tanti operatori sanitari, che, con grande coraggio hanno affrontato il diabolico virus, non ha pensato per un momento, invocandolo, il santo Medico Giuseppe Moscati?

Morto giovane, ha investito tutte le sue energie, psicofisiche ed economiche nella cura dei malati e dei bisognosi, misurandosi con altre storiche epidemie.

Noi abbiamo il privilegio di conoscere una sua nipote, Iole Moscati, che, alla veneranda età di 106 anni si è dovuta misurare con la pandemia da Covid-19 ed alla quale abbiamo chiesto alcune riflessioni sull’attuale tragedia che sta colpendo il mondo intero.

  • Come ha vissuto e vive la paura della pandemia Iole Moscati? Ho vissuto e vivo la pandemia con coraggio e ottimismo, seguendo tra l’altro tutte le regole e le restrizioni necessarie per uscire dal tunnel e “riveder le stelle”. Quando sarà il mio turno, mi vaccinerò perché è importante per se stessi ed è un dovere verso il prossimo.
  • In questo momento difficile per il mondo intero quanti pensieri ha rivolto al Suo Santo Zio? Zio Giuseppe è il mio Faro, la mia bussola. A Napoli è famosa (ed esiste tuttora) una forma di solidarietà da Lui inventata nota come “il paniere “dove “chi può mette, chi non può prende”. Frase ripresa poi da molte associazioni benefiche che pongono al centro delle loro attività i poveri e le loro fragilità.
  • Teresa Musco, in odore di santità, ha sempre invitato tutti a pregare per coloro che offrono la loro vita per gli altri e, soprattutto per i sacerdoti, spesso soggetti, anche loro, alle lusinghe della vita mondana. Quanto dalla terribile esperienza della pandemia abbiamo imparato in materia di generosità, disponibilità missionaria e caritatevole?

La pandemia ha insegnato a tutti che da soli non si va da nessuna parte e non ci si salva restando sordi alla coscienza. Quello che è accaduto richiama ognuno alla responsabilità verso il prossimo e se stessi, e da non persistere nell’egoismo e nelle facili lusinghe di ciò che è più effimero.

  • Quale lezione può offrire San Giuseppe Moscati, esponente di vaglia del mondo scientifico novecentesco, agli accademici del 2000? San Giuseppe è stato un medico eccellente in vita, ma accanto alla scienza aveva la certezza dell’esistenza di una “mano superiore”, la mano del Signore, di fronte alla quale anche la scienza a volte non sa darsi spiegazioni di guarigioni ritenute “impossibili”.