Incentivi per assunzioni, Cisl-Fp: “Più soldi al Veneto che alla Campania”

Incentivi per assunzioni, Cisl-Fp: “Più soldi al Veneto che alla Campania”

15 Agosto 2023 Off Di La Redazione

Lorenzo Medici: “SERVE LAVORO PER I GIOVANI NEI PICCOLI COMUNI DELLA CAMPANIA”.

 

“La distribuzione alle regioni delle risorse relative agli incentivi alle assunzioni per i Neet al di sotto dei 30 anni rappresenta un primo caso concreto di autonomia differenziata rafforzata, che il Governo si è inventato con il decreto Lavoro nonostante non ci sia ancora la legge. Non si spiega altrimenti una ripartizione che dà più soldi al Veneto che alla Campania, dove i giovani che non sono occupati, non studiano e non frequentano percorsi formativi sono inferiori solo alla Sicilia e alla Calabria.”

Lorenzo Medici, leader della Cisl Funzione Pubblica regionale, contesta il provvedimento che ha distribuito oltre 85 milioni di euro di risorse destinate alle imprese che assumeranno a tempo indeterminato, a copertura del 60% della retribuzione mensile lorda fino ad un massimo di 12 mesi. In dettaglio, 24 milioni vanno alla Lombardia, 8 milioni e 100 al Veneto, solo 7 milioni e mezzo alla Campania, nonostante l’incidenza dei Neet sulla popolazione 15-29 anni sia del 28% nel Mezzogiorno, contro il 14,2% nel Nord Ovest e il 12,5% nel Nord Est. 

“Si ipotizza – sottolinea il segretario generale della federazione – che la scelta sia dettata dalla capacità assunzionale esistente sui vari territori, anziché dall’esigenza di ridurre la disoccupazione. Un non senso. A meno che non si voglia incentivare con un messaggio subliminale una emigrazione dei giovani verso il Nord. Bisogna intervenire subito e modificare le cose. Le emergenze occupazionali le abbiamo in Campania, insieme, paradossalmente, alle spaventose carenze di personale nei Comuni, a partire da quelli fino a 3 mila abitanti, che non sono più in condizioni di offrire servizi. La soluzione più giusta e naturale sarebbe destinare questi fondi come salario d’ingresso ai Neet che vincono una selezione pubblica, lasciando agli enti locali la facoltà di integrarlo sulla base delle loro disponibilità. In questo modo si raggiungerebbero tre risultati: utilizzare qui le risorse intellettuali del territorio; dare risposte immediate ai bisogni dei cittadini per documenti, pratiche, licenze, ordine pubblico e quanto di competenza municipale; e cominciare a ridurre la distanza dal Nord, che passa anche attraverso servizi efficienti che al Sud non vengono erogati per carenza di addetti.  Sempre che – conclude Medici – la volontà non sia proprio quella di rafforzare i divari esistenti nelle macroaree del Paese, e di farlo nel silenzio generale, anche dei parlamentari del Sud, che si guardano bene dal tutelare le aree da dove provengono”.