In bilico il ministro Grillo?
10 Giugno 2019In caso di rimpasto di Governo, sembra più di un’ipotesi a quanto pare, una delle poltrone calde sarebbe proprio quella della titolare del dicastero alla salute.
“Sulla sanità non si può tagliare più di quanto è già stato fatto. L’incremento che è stato previsto nella scorsa legge di Bilancio è il minimo sindacale per tenerla in piedi. Ricordo che dobbiamo ancora rinnovare il contratto degli operatori della sanità. Questa sanità è tenuta in piedi grazie alla gente che ci lavora. Se iniziamo a tagliare tutto dove troviamo i soldi per fare le cose, per comprare i farmaci?”. Il ministro ha concluso dicendo che “sulla sanità bisogna essere seri, non è qualcosa su cui ci si può permettere di stringere ancora la corda. Spendiamo molto meno di altri Paesi e quindi non possiamo ridurre ancora di più questa spesa”.
Così, appena due giorni fa, il ministro della salute Giulia Grillo che ha minacciato le dimissioni in caso dal Ministero dell’Economia non recedessero dal proposito di operare tagli a danno della sanità. Insomma, il ministro della salute ha “offerto il petto” al colpo maramaldo del collega del Mef.
Stando però a rumors che girano per i palazzi romani tale autoimmolazione non sarebbe necessaria e non perché sono da escludere i tagli alla sanità – che, anzi, potrebbero benissimo essere ratificati dal Governo – ma perché la poltrona della Grillo ballerebbe sotto i colpi degli alleati di Governo leghisti che non le perdonerebbero alcuni ritardi: in particolare quello inerente la maggiore autonomia delle Regioni “Nordiste” laddove il ministro pur condividendo il provvedimento non avrebbe predisposto atti consequenziali.
Insomma, per la serie: “Giorgio se nevo’ ‘i e o vescovo no vo mannà”.