Il cardiochirurgo Coscioni indagato per la morte di un 60enne

Partendo dalla denuncia dei familiari, la riesumazione del cadavere e la scioccante scoperta di una garza di 15 centimetri dimenticata dagli operatori.

Enrico Coscioni, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Cardiochirurgia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno, è indagato per la morte di un 62enne di Capaccio Paestun, deceduto dopo un intervento chirurgico al cuore. Con Coscioni, presidente dell’Agenas e braccio destro del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca per la sanità, è stata indagata anche la sua equipe.
L’uomo, morto lo scorso dicembre, aveva accusato un malore subito dopo l’operazione. I familiari, che denunciarono la vicenda, erano riusciti ad ottenere la riesumazione del cadavere. Dall’esame del medico legale è emerso che nel corpo era presente una garza di 15 centimetri. La Procura di Salerno ha, quindi, iscritto nel registro degli indagati cinque medici, tra cui Coscioni. Le ipotesi contestate sono, a vario titolo, omicidio colposo e responsabilità colposa per morte o lesioni personali in ambito sanitario in concorso. Sequestrate anche le cartelle cliniche.
Sulla vicenda è intervenuto anche la direzione generale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” che, in una nota firmata da Vincenzo D’Amato, ha espresso la propria vicinanza alla famiglia e, pur ribadendo piena fiducia nelle indagini e nella magistratura, ha auspicato un rigoroso quanto celere accertamento dei fatti, continuando ad offrire la massima collaborazione per far sì che le indagini in corso riusciranno a fare chiarezza sulla causa del decesso e sull’intera vicenda.
L’avvocato che assiste Coscioni, Gaetano Pastore ha affermato: Il mio cliente ha agito seguendo le riconosciute linee guida della scienza medica internazionale e ripone, come sempre, piena fiducia nella magistratura.