Goffredo Francioni, lo sport per diventare campioni nella vita

Goffredo Francioni, lo sport per diventare campioni nella vita

6 Febbraio 2021 0 Di Anna Mozzi e Pasquale Maria Sansone

Muovendoti secondo le onde dell’energia, sei un drago.
Inspirando ed espirando naturalmente quieto entri nella legge di ogni moto.
Pratica in armonia con l’ora e la stagione e la tua propria abilità, la tua propria, verrà in piena luce.
Mentre muovendoti avrai il balzo della tigre, quieto in te riposerà il drago. Wang Xiang Zhai.

Nella lingua coreana, il termine taekwondo si compone di tre sillabe: tae (“colpire/spezzare con i piedi”), kwon (“colpire con il pugno”) e do (“arte”, “disciplina”, “metodo”, “cammino” o “via”). Così, “taekwondo” può essere grosso modo tradotto con «l’arte dei calci e dei pugni. Tecnica di difesa di antica origine coreana. Praticato fin dal tardo 1° sec. a.C. come arte marziale, si è affermato come disciplina sportiva di combattimento del 20° secolo. Diffuso in molti paesi (sono circa 160 le nazioni affiliate alla World taekwondo federation, di cui 46 in Europa; quasi 50 milioni i praticanti).

Questa disciplina è sicuramente uno sport di contatto, pertanto risente delle norme restrittive anti-Covid.

Parliamone con un campione mondiale che crede fermamente nell’alto valore didascalico di questa antica venerabile arte marziale.

Goffredo Francioni è un istruttore qualificato di Taekwon-Do ITF IV DAN.

Operatore Sport disabili, 2 volte campione del Mondo, 2 volte campione europeo, 7 volte campione italiano. Vincitore dell’Open di Taekwondo di Mosca, vincitore dell’Open Takewondo di Bristol, vincitore dell’Open Taekwondo Zaragoza, vincitore dell’Open Taekwondo Barcellona, premiato come migliore atleta agonista Taekwondo 2018. Atleta della Nazionale italiana di Taekwondo.

Come ha vissuto Goffredo Francioni la paura del contagio e la sofferenza per le doverose misure restrittive?

La presenza del virus è stato un duro colpo, non solo per me ma per tutti gli sportivi, non tanto per la paura di essere contagiato, poiché sono sempre state adottate le norme di sicurezza emanate dal governo ma per le drastiche misure restrittive.
Per lo Stato lo sport è un elemento da  bloccare, tenere le palestre chiuse insieme alle piscine per loro è risolvere un problema per me invece è ampliare il problema.
Lo sport rappresenta a pieno titolo il binomio SALUTE E BENESSERE e a mio parere non deve essere assolutamente vincolato.
Sono un maestro di taekwondo e lavoro con i bambini, vedere i miei cuccioli pregarmi di far ripartire il corso perché hanno voglia di praticare sport e non poterli aiutare poiché il governo italiano me lo impedisce mi fa piangere il cuore.
Senza contare tutte quelle famiglie, imprenditori e giovani che hanno investito in questo settore, persone che hanno costruito piccoli centri, che hanno regalato benessere per anni e che adesso si ritrovano senza aiuto, impotenti davanti a decisione non scelte da loro.
Non so quando finirà tutta questa situazione e se torneremo mai come prima, ma una cosa me la sento di dire: In un momento così difficile ho imparato a stringere i denti, a lottare per quello che amo ovvero il mio sport, a difendere le mie idee e a trovare sempre una seconda soluzione, spero che le mie parole possano aiutare a stimolare tanti giovani e mi auguro che al più presto si possa tornare a praticare sport senza limiti.

Quale valenza terapeutica può avere il Taekwondo per i diversamente abili?

Sono anni che lavoro anche con i ragazzi disabili in ambito sportivo, sono stato inserito all’interno di una scuola attraverso un progetto per far svolgere attività fisica a bambini disabili.
Non nascondo che all’inizio di questo percorso avevo un po’ di paura, poiché non sapevo come comportarmi, alcune volte pensavo di non essere all’altezza oppure che magari per quel lavoro ci volesse una persona più qualificata e di maggiore esperienza ma mi sbagliavo. Alla fine non conta quanta esperienza hai ma quanto cuore metti in quello che stai facendo, ho stretto rapporti con ragazzi disabili che ancora oggi porto avanti, ho capito che lo sport è terapeutico per tutti, non ci sono distinzioni di sesso o di razza, bisogna solo lavorare sull’integrazione, sul senso di appartenenza ad un gruppo e il resto viene da sé.
Lavorare con la disabilità mi ha completamente aperto la mente, mi ha cambiato come ragazzo, e ad oggi lo consiglio ad ogni mio coetaneo, è un esperienza che ti arricchisce molto e che ti fa sentire bene con te stesso, camminare al fianco di una persona aiutandola a raggiungere piccoli traguardi non ha prezzo.

Qual è la lezione che ha imparato dalla pratica del Taekwondo?

 Il taekwondo non è una lezione, il taekwondo è uno stile di vita.
Ho iniziato questo sport a 5 anni e penso che sia stata la mia più grande fortuna, ho imparato che significa sacrificio, valori, rispetto, educazione, tutti elementi che oggi formano la mia persona.
Il taekwondo mi ha regalato emozioni che mi porterò dentro per sempre, un esempio può essere il mio titolo mondiale del 2016 vinto in Inghilterra, quando ho pianto per giorni dalla felicità.
Penso una cosa però, che bisogna essere fortunati a trovare un maestro che riesce ad indirizzarti verso un percorso sano e abbia fiducia sempre in te, io questa fortuna l’ho avuta e non smetterò mai di ringraziare Fabio Caiazzo il mio maestro.
Ad oggi questo sport rappresenta il mio lavoro, ho più di 100 ragazzi che praticano questa nobile arte presso la mia scuola chiamata FRANCIONI TAEKWONDO ACADEMY, do tutto me stesso per formarli e renderli uomini e donne veri, poiché penso che il vero insegnamento del taekwondo non è creare campioni nello sport, ma creare campioni nella vita.