Francesco Eliseo: “Fermare lo sport durante la pandemia ha creato un buco formativo nei giovani”

Francesco Eliseo: “Fermare lo sport durante la pandemia ha creato un buco formativo nei giovani”

5 Aprile 2023 Off Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

Allena da 4 stagioni consecutive a San Salvatore telesino, le prime due in B2, poi con la vittoria del campionato 2020/21 è passato in B1. Negli anni precedenti ha allenato tra Calabria e Sicilia sempre tra B2 e B1, tra le varie qualifiche, è docente nazionale, quindi forma i nuovi allenatori.

Oggi parliamo di Covid, sport e salute con un maestro della pallavolo: Francesco Eliseo.

La fase pandemica più acuta sembra essere oramai alle spalle anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli. Come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport? Come ha gestito la paura del contagio ed il disagio legato alle severe misure restrittive?

La prima ondata di Covid19 è stata molto pesante per tutti ovviamente. In particolare, nella palestra dove allenavo all’epoca ed alleno tutt’ora, ce la siamo vista brutta. Tutti contagiati, alcuni con pesanti conseguenze ed un nostro dirigente purtroppo è venuto a mancare. Con il seguente giusto stop alle attività imposto dalla Federazione all’epoca, per la prima volta, nella mia seppur breve carriera, non ho portato a termine un campionato, che ci vedeva ai vertici tra l’altro, ma è stato meglio così. Oggi non esiste più alcun divieto, se non quelli dettati dal buon senso di ognuno.
Insieme alle restrizioni i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni allo sport, soprattutto a quello, cosiddetto, minore. Cosa è successo, in particolare, nella sua specialità?
Aver fermato i campionati a tutti i livelli, concedendo poi una deroga solo a chi faceva l’alto livello, ha creato un ”buco formativo” per i più giovani che non hanno potuto allenarsi per molto tempo. Fare pallavolo in videoconferenza dalla propria cameretta è impossibile!
Chi è stato a spingerla all’attività agonistica? o si è trattato di una folgorazione magari guardando ai modelli dei grandi campioni?
È nato tutto per passione. Da giocatore ho fatto livelli bassi, ma sentivo di avere qualcosa dentro. Mi appassionava la preparazione della gara e mi piaceva capire le scelte tattiche. Da allenatore, infatti, mi sono tolto qualche bella soddisfazione.
Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?
Conta tantissimo. Forza di volontà e spirito di sacrificio sono i motori principali per chi vuole fare sport o semplicemente vuole raggiungere obiettivi come studio, lavoro ecc. Lo dico sempre alle ragazze che alleno, il lavoro in palestra è l’unica strada, anche quando non si è in giornata, la volontà è l’abnegazione devono farla da padrona.
Se dovesse dare qualche “consiglio utile” ai ragazzi che si avvicinano alla sua specialità, cosa suggerirebbe?

Consiglio ai giovani di fare sport, in generale. Lo sport è salute, è aggregazione, aiuta a crescere come persona ed è una metafora della vita perché ti insegna a superare gli ostacoli. La pallavolo nello specifico crea un sistema di interdipendenza tra le persone, tre tocchi senza far cadere la palla a terra. Nessuna prima donna, nessuna star, tutti importanti per lo stesso fine.