Fauna selvatica, isolate larve di Trichinella

Fauna selvatica, isolate larve di Trichinella

28 Novembre 2019 0 Di La Redazione

L’individuazione del parassita, in un cinghiale cacciato in provincia di Salerno, grazie all’impegno dei competenti uffici regionali che, quotidianamente, vigilano sulla sicurezza degli alimenti.

 

Lo scorso 22 novembre, nei laboratori della sezione provinciale di Salerno dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, sono state isolate larve di Trichinella in un cinghiale abbattuto durante l’attività venatoria in un’area di caccia del comune di Laviano, in provincia di Salerno. L’attività rientra nell’ambito del “Piano di monitoraggio regionale fauna selvatica”, che da anni si sta attuando in Regione Campania sulla fauna selvatica con il coordinamento dell’Unità operativa dirigenziale “Prevenzione e sanità pubblica veterinaria” (Regione Campania) diretta dal dottor Paolo Sarnelli e con il coinvolgimento dei principali enti pubblici regionali di Sanità animale, quali il Centro di Riferimento di Igiene Urbana Veterinaria (Criuv) diretto dal dottor Vincenzo Caputo, il Dipartimento di medicina veterinaria e produzioni animali  di Napoli “Federico II” – responsabile scientifico il professor Alessandro Fioretti – e con le attività diagnostiche dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno (Izsm), diretto dal dottor Antonio Limone.

Ad oggi in Campania, si contano sei casi che hanno portato all’isolamento di Trichinella britoviin due volpi, due lupi e due cinghiali. Si tratta di animali provenienti da aree montane in cui la disponibilità di fonti trofiche di origine antropica risulta inferiore mentre la predazione come anche la necrofagia sono più probabili.

L’isolamento del parassita da un giovane cinghiale testimonia la presenza di Trichinellanella fauna selvatica in diverse aree della regione Campania, e potrebbe accidentalmente coinvolgere l’essere umano tramite il consumo di carne di cinghiale poco cotta e non sottoposta ai controlli sanitari previsti per legge.

Tali attività si inquadrano in una rete di epidemiosorveglianza ben strutturata, messa in atto dalla Regione Campania, grazie anche all’istituzione dell’Osservatorio Faunistico Venatorio Regionale dell’Istituto Zooprofilattico.

I suggerimenti degli specialisti

Gli esperti danno una serie di consigli utili e puntano a sensibilizzare, in special modo, i componenti delle associazioni venatorie, gli addetti del settore ed i consumatori di selvaggina su alcuni importanti punti:

  • L’importanza del controllo per Trichinelladi tutti i cinghiali abbattuti a caccia attraverso la rete dei medici veterinari convenzionati (borsisti CRIUV) per le attività del Piano e quelli delle AASSLL operanti sul territorio campano, indicando e stressando l’importanza di far controllare la totalità dei capi abbattuti e non solo una parte (inclusi gli animali giovani)
  • L’importanza di consumare carni e prodotti a base di carne di cinghiale solo dopo adeguata cottura (almeno 70°C), precisando che le larve possono sopravvivere nella parte di muscolo vicino all’osso o nel cuore del prodotto e per essere sicuri che il parassita, eventualmente presente, sia devitalizzato il colore della carne deve passare da rosato a marrone
  • Non eviscerare le carcasse degli animali abbattuti sul campo di caccia, ma trasportarli in una zona appropriata (Casa di caccia) e provvedere alla raccolta dei visceri, organi, pellame e frattaglie con ditte specializzate per lo smaltimento di rifiuti speciali
  • Non abbandonare sul campo di caccia le carcasse delle volpi abbattute, ma trasportarle in una zona appropriata e consegnarle ai Servizi veterinari Asl/Unina/Izsm per ulteriori ricerche ed un appropriato smaltimento
  • In caso di rinvenimento di animali selvatici morti/investiti (in particolare cinghiali, volpi), procedere alla raccolta e consegnarli ai Servizi veterinari Asl/Unina/Izsm per ulteriori ricerche ed un appropriato smaltimento
  • Non alimentare i suini ed altri animali domestici con i residui della macellazione della selvaggina
  • Non consumare le carni dei cinghiali abbattuti a caccia prima della ricezione dell’esito negativo dell’esame parassitologico da parte dei laboratori dell’Izsm.