Ettari di foreste campane bruciano come fuscelli

Ettari di foreste campane bruciano come fuscelli

27 Luglio 2022 0 Di La Redazione

Finiscono in cenere e carboni centinaia di ettari della foresta campana. In pratica alberi verdeggianti ed ampi squarci della macchia mediterranea diventano gli ingredienti riservati ai “cattivi” nel giorno della Befana. E purtroppo non c’è neanche da ironizzare perché difronte al disastro ambientale che si lasciano alle spalle i roghi non è possibile non solo ironizzare ma neanche commentare. Se non limitandosi alla constatazione che per il ripristino dello status quo occorreranno decenni e magari manco basteranno, considerato il concomitante fenomeno della siccità. Colpita dall’emergenza incendi, spesso di natura dolosa e criminale, appiccati per fini speculativi, o per ripicche tra privati o verso la pubblica amministrazione.

Ad aggravare il tutto la crisi climatica, il caldo torrido e l’emergenza siccità.

Sono i dati del report Italia in fumo” realizzato da Legambiente che, anticipando i dati Ecomafia 2022 e analizzando i dati satellitari dell’EFFIS, fa il punto sul patrimonio boschivo e non andato in fumo nel 2021 e negli ultimi 14 anni, dal 2008 al 2021.
    In Campania sono 5.564 gli gli ettari di superfici boscate e non devastati dalle fiamme nel 2021 (+ 29% sul 2020) mentre diminuiscono i reati tra incendi dolosi, colposi e generici, 553( erano 705 nel 2020) e le persone denunciate 47 erano 53 nel 2020. In aumento i sequestri 14 contro i 4 del 2020. A confermare le grandi difficoltà che ancora si incontrano nell’individuazione dei responsabili dei roghi, il dato relativo agli arresti: appena 3. “Occorre un radicale cambiamento di approccio e risposta al fenomeno degli incendi – spiega Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania – che miri a prevenire i roghi attraverso la gestione del territorio, l’utilizzo ecologicamente sostenibile delle risorse agro-silvo-pastorali, la promozione dei servizi ecosistemici che vanno remunerati, per sostenere e rivitalizzare le comunità rurali nelle aree interne e montane in una rinnovata funzione di presidio territoriale”.