Dopo vent’anni Franco Corcione lascia il Monaldi

Dopo vent’anni Franco Corcione lascia il Monaldi

20 Novembre 2018 0 Di Bruno Buonanno

Il notissimo chirurgo, super-specialista nella tecnica laparoscopica, passa infatti alla direzione della cattedra di chirurgia al Policlinico federiciano. Certamente lo “perde” l’Azienda dei Colli ma lo “guadagna” la Campania perché la sua professionalità continuerà ad essere spesa in questa regione.

Franco Corcione – Direttore della divisione di chirurgia dell’Azienda dei Colli

Ciao ciao, caro Monaldi. Franco Corcione, direttore della divisione di chirurgia dell’Azienda dei Colli, ha organizzato da tempo un trasloco-lampo per colpa dell’allergia. Allergia alla pensione che a sessantasei anni – ma con un mago del bisturi ancora in piena forma fisica e più motivato che mai – lo avrebbe costretto ingiustamente a chiudere in un armadio la divisa verde da sala operatoria.

Professore Franco Corcione che fa, veramente prende servizio nel Policlinico?

“Sì. Da oggi è ufficiale perché hanno ritirato i ricorsi i due colleghi che contestavano la mia nomina: dal primo dicembre prenderò servizio nel Policlinico Federico II come direttore della Clinica Chirurgica. E un momento che vivo con gioia perché dopo venti anni trascorsi nel Monaldi ritorno alle origini, torno a lavorare nel Policlinico dove fui assunto come ricercatore un mese dopo la mia iscrizione all’Ordine. Da allora sono trascorsi un bel po’ di anni, torna nell’azienda universitaria un uomo più ricco e più conosciuto che, lavorando in sala operatoria, farà di tutto per onorare la storia della chirurgia italiana che nel Policlinico ha avuto nomi molto illustri come i professori Zannini e Persico”.

Lascia una divisione che sotto la sua guida è diventata un faro per la chirurgia italiana.

“È chiaro che andrò nel Policlinico con spirito di servizio, come ho fatto nel Monaldi dove ho cercato di far crescere una generazione intermedia di chirurghi: uno specialista che si dedica a questa attività fa un salto di qualità se ha un maestro, un capo che deve guidarlo nel suo percorso professionale. In questi venti anni trascorsi al Monaldi sono riuscito a organizzare la divisione che, senza tema di smentita, è la più efficiente d’Italia. Risultato raggiunto per l’unità di intenti avuta con i vari direttori generali, con i sindacati e, ovviamente, con i colleghi di reparto che mi hanno garantito una collaborazione che non si trova in altri ospedali. Abbiamo lavorato tutti per fare le cose migliori e nel minor tempo possibile>.

Come arrivò alla guida della chirurgia del Monaldi?

“Venti anni fa lavoravo nel Policlinico, direttore generale del Monaldi era Mimmo Pirozzi, un bravissimo manager che fece partire la ristrutturazione di un ospedale all’epoca abbastanza malandato. Lui diede il là. Negli anni, la sua opera è stata continuata da Cusano, Giordano, Longo e ancora da Giordano. In questo ospedale sono stato un pioniere della chirurgia laparoscopica con tecniche mininvasive che sono dipendenti dalla tecnologia che deve essere di alta qualità, il Monaldi quindici anni fa, con Tullio Cusano manager, ha avuto il primo robot in sala operatoria. L’Agenas ha assegnato alla divisione di chirurgia il primato italiano per gli interventi in laparoscopia alla colecisti; oggi la divisione di chirurgia generale è Centro Trainer in Campania per la chirurgia colon rettale”.

Risultati prestigiosi, professore Corcione ottenuti probabilmente anche per l’alto numero di interventi eseguiti.

“No, non solo per questo. Sono stato per ventidue anni universitario e in tutto quel periodo lavoravo nell’Ateneo da ospedaliero. Poi sono passato al Monaldi e qui da ospedaliero ho costruito tutta la mia attività da universitario. Organizzando corsi di specializzazione, convegni internazionali, ho effettuato un numero imponente di pubblicazioni. Accanto alle sale operatorie del Monaldi c’è una saletta utilizzata per i corsi di specializzazione con tre televisori che consentono ai colleghi di indossare gli occhialini e seguire in 3D interventi chirurgici eseguiti in laparoscopia o col robot, come dire quando il medico ospedaliero lavora da universitario …”.

Professore, per trasferirsi al Policlinico federiciano è tornato indietro di un bel po’ di anni, è ridiventato studente?

“Beh, metaforicamente sì, perché ho partecipato al concorso per dirigere la Clinica Chirurgica del Policlinico Federico II. In tutto eravamo sette concorrenti, per numero di pubblicazioni ero secondo fra i colleghi che aspiravano a quel prestigioso incarico. Nel Monaldi ho avuto a disposizione tutti i giorni tre sale operatorie. Nel Policlinico lavorerò nell’edificio sei, quello che ha le più belle sale operatorie di tutta la struttura universitaria e dispone di spazi enormi per l’attività chirurgica. Prendo servizio a dicembre, ma entrerò nell’operatività con l’anno nuovo per dare il tempo di completare i lavori nel primo piano”.

Arriva un chirurgo super nella struttura universitaria. Tra i suoi compiti assistenza, didattica e ricerca. Garantirà anche l’attività intramoenia, professore?

“Certamente lavoreremo con intensità anche in intramoenia, attività che coinvolge tutto il personale e che ho sempre realizzato nelle strutture pubbliche. Nel Policlinico cominciai a lavorare con il professore Califano (il padre dell’attuale preside) come allievo interno quando ero ancora studente in medicina, adesso ritrovo nella struttura universitaria tante persone che già conosco: il manager Viggiani e il direttore sanitario D’Onofrio hanno lavorato nel Monaldi e il direttore amministrativo Locastro era nel Policlinico già quando mi laureai nel ‘78”.

Professore Franco Corcione è pronto per l’importante trasferimento?

“Prontissimo, mi aspettano quattro anni di lavoro come direttore della Clinica Chirurgica ai quali se ne aggiungono altri due di insegnamento. Il tempo libero voglio trascorrerlo in famiglia con i miei due nipotini che mi hanno fatto impazzire”.