Dolosamente scarafaggi…

Dolosamente scarafaggi…

18 Febbraio 2019 0 Di Antonio Magliulo

Per la serie, al peggio non c’è mai fine, sembra trovare sponda nelle indagini degli inquirenti l’ipotesi degli insetti utilizzati per screditare il pronto soccorso del Pellegrini.

“Introduzione surrettizia di scarafaggi in ambiente ospedaliero”. A questo punto occorrerà anche riscrivere il codice penale, con previsione specifica del reato, perché i vecchi articoli non tengono più il passo rispetto alla fantasia delinquenziale di chi non si fa scrupolo di ricorrere ad armi “biologiche” pur di raggiungere il fine di continuare a gestire un potere che, in un passato recente, ha consentito: l’allestimento di un’alcova a scopo “ludico-ricreativo” al Cardarelli;  l’esercizio abusivo nella gestione dei parcheggi in prossimità di ospedali e strutture sanitarie; l’imposizione di amici degli amici nelle gare e nella gestione delle buvette e della stragrande maggioranza dei servizi dati in appalto esterno.

La Camorra gestisce una fetta consistente di servizi sanitari e, bisogna dirlo, non sono molti quelli disposti e denunciare il fenomeno criminale. Per la verità, di recente lo ha fatto la Cisl-Fp regionale e, in maniera ancora più diretta, lo ha ribadito anche il Presidente della Giunta regionale della Campania, Vincenzo De Luca. Limitati nel tempo e nel numero gli altri interventi in tal senso. Restano purtroppo ancora poche ed isolate le voci che hanno denunciato l’asfissiante oppressione della delinquenza organizzata sul mondo della sanità, a tal punto radicato da determinare il commissariamento, da poco concluso, dell’Azienda ospedaliera di Caserta. E non è credibile che, in varia misura, lo scandalo del nosocomio casertano possa essere un’eccezione piuttosto che la “regola”.

Ora sembra che ci accingiamo a scoprire che la mano di un dipendente, addirittura di un sindacalista, sarebbe all’origine della “trama scarafaggesca” al Pellegrini, dopo quelle “formichesche” (anche queste da verificare) negli ospedali napoletani, San Paolo ed al San Giovanni Bosco.

Se dovesse trovare conferma, l’enormità del gesto, che getta discredito non solo sulle istituzioni ma sull’intera collettività campana, merita sicuramente una risposta adeguata. Senza dimenticare che l’impatto emotivo di ospedali trasformati in zoo, frutto pur sempre grave di qualche “mariuolo di galline”, non può e non deve diventare una cortina fumogena atta a celare i problemi veri della sanità. A cominciare proprio da quelli legati al malaffare ed alla presenza malavitosa nei reparti.