Deficit erettile, addio ai farmaci

Deficit erettile, addio ai farmaci

27 Aprile 2019 0 Di Daniela Crivello

La nuova frontiera per risolvere il problema, che può togliere il sonno al “sesso forte”, è la riabilitazione funzionale. Una metodica di intervento che non ha controindicazioni.

Una nuova tecnica per risolvere i problemi di disfunzione erettile senza pillole colorate e senza i rischi connessi all’assunzione di questi farmaci. «Una vera e propria cura, non un trattamento dei sintomi», spiega Fabrizio Iacono, docente di ruolo di Urologia all’università Federico II di Napoli e specialista in andrologia.

Iacono è tra i maggiori esperti d’Italia dei meccanismi biochimici, istologici e microstrutturali alla base della funzione erettile. Ed è stato tra i primi a lavorare su protocolli terapeutici di riabilitazione funzionale non farmacologici e non sintomatici che riescono, oggi, a ridare la giusta energia anche agli uomini con maggiori difficoltà. «L’impiego combinato di onde d’urto a bassa (Lisw) intensità in associazione ad integratori brevettati a base di Tradamixina – dice il professore – riescono a risolvere la disfunzione erettile nel 65-70% dei casi, con effetti duraturi e non sintomatici (www.Risani.it). Il concetto di riabilitazione funzionale consente la liberazione del maschio dalla assunzione ad orari prestabiliti delle pillole sintomatiche dai noti colori». La vera novità è che da qualche tempo ad integrare questo protocollo riabilitativo che non prevede, quindi, l’impiego di farmaci dai possibili effetti collaterali, è stato aggiunto l’impiego del Prp (Plasma Arricchito di Piastrine). Il Prp è impiegato da anni in altre specializzazioni come la dermatologia, l’ortopedia, la medicina estetica e oggi trova interessanti indicazioni anche in uro-andrologia per il trattamento della disfunzione erettile e della malattia di La Peyronie.

Iacono chiarisce che questa tecnica, la “Prp- Priapus shot”, e l’efficacia del trattamento si deve alla stimolazione rigenerativa sul microcircolo endocavernoso (neoangiogenesi) e sulla stimolazione dell’innervazione del pene. Le proteine bioattive contenute nelle piastrine, infatti, rilasciano fattori di crescita che stimolano la rigenerazione cellulare e la riparazione tissutale che si riflette su di una migliore funzione dell’organo». La tecnica è assolutamente sicura, priva di rischi ed indolore. Eseguita a livello ambulatoriale, prevede un ciclo di almeno 3 sedute distanziate da circa 15 giorni e consiste in un prelievo di sangue che viene centrifugato al fine di isolare la sola componente piastrinica. Il plasma così ricco di piastrine, viene poi iniettato in punti definiti dell’organo genitale maschile, precisamente nei corpi cavernosi del paziente. In oltre 60mila procedure seguite non si sono verificati effetti collaterali in quanto si tratta dello stesso plasma del paziente che viene restituito in altra sede. I risultati ottenuti nel trattamento della disfunzione erettile e della Malattia di La Peyronie sono entusiasmanti e duraturi se in associazione con onde d’urto e integratori personalizzati.