Covid-19, il duro prezzo pagato dagli adolescenti

Covid-19, il duro prezzo pagato dagli adolescenti

29 Giugno 2020 0 Di Miriam Perfetto

In un’intervista all’adolescentologo Carlo Alfaro l’emergere di una realtà epidemica che ha colpito più duramente i giovani nella delicata fase di passaggio.

 

Carlo Alfano

Gli adolescenti sono tra coloro che hanno subito un impatto più profondo sulle proprie vite dalla pandemia di Covid-19, sottoposti a un lungo periodo di isolamento e solitudine, in una fase della vita particolarmente vulnerabile. Ne discutiamo con Carlo Alfaro, pediatra-adolescentologo dell’aslnapoli3sud.

Quali sono stati i principali motivi di disagio per gli adolescenti durante il lockdown?

Sono stati tanti: privazione di colpo di tutti i riferimenti più importanti, per loro un vero e proprio “lutto”: rete affettiva e sociale costituita da parenti, docenti, compagni, scuola, sport, laboratori e centri di aggregazione, riunioni, passeggiate, feste, caffè, pub, cene, eventi, e in generale perdita della propria libertà; alterazione dei ritmi e delle routine giornaliere; difficoltà nell’approcciarsi alla nuova modalità di didattica a distanza; eccessivo uso di mezzi elettronici; mancanza dell’attività fisica e del gioco con i pari; timore del virus col suo carico potenziale di malattia e morte, non solo per loro stessi ma anche per i loro cari, aggravato dalla “infodemia”, ossia l’eccessivo martellamento dei media sulla pandemia; tematiche di paura dell’estraneo inevitabilmente generate dalle norme di distanziamento sociale e dallo spettro degli asintomatici contagiosi; percezione di difficoltà economiche o tensioni e violenze domestiche. Tutto ciò ha comportato un notevole sforzo per adattare il proprio mondo interiore in nuovi equilibri, tali da resistere ai repentini cambiamenti del mondo esterno. Un processo dinamico e complesso, nel corso del quale sono emersi per molti ragazzi punti di debolezza e crisi.

Quali sintomi di disagio sono stati riscontrati durante la quarantena?

Ci sono stati segnalati: sintomi da disregolazione emotiva, quali sbalzi improvvisi di umore, episodi di rabbia e scatti di ira, noia, tristezza, preoccupazione, frustrazione, smarrimento, incertezza, svogliatezza, apatia, demotivazione, perdita di interessi, bassa autostima, impulsività, confusione, amarezza, delusione, scontentezza, inquietudine, ipocondria con eccessiva paura nei confronti della salute propria e dei congiunti, fobie, ansia, depressione; sintomi comportamentali, quali difficoltà nella gestione degli impegni, insofferenza per la didattica a distanza e rifiuto di svolgere le attività proposte dai docenti, comportamenti aggressivi e violenti verso oggetti e persone o anche verso sé stessi, tensioni e conflitti nel rapporto con i genitori, intemperanza, iperattività, irrequietezza, agitazione, disturbi dell’alimentazione con bulimia o anoressia selettiva, atteggiamenti regressivi, ossessione per la pulizia, angoscia di separazione; sintomi di malessere generale come calo di concentrazione, stanchezza, disturbi psicosomatici quali iperpnea e dolori addominali, cefalea, turbe del sonno con difficoltà di addormentamento e difficoltà di risveglio (andare a letto molto più tardi e non riuscire ad alzarsi al mattino), insonnia, risvegli notturni, incubi, ipersonnia, inversione dei ritmi biologici. La sintomatologia nel suo complesso può rientrare nel quadro dei disturbi post traumatici da stress. Molti adulti hanno lodato gli adolescenti per la responsabilità mostrata durante il lockdown, per il non essersi lamentati e aver rispettato le regole imposte dal governo. Ma il silenzio non sempre vuol dire benessere, può anche significare confusione, angoscia, chiusura in sé stessi.

Quali comportamenti sono invece emersi dopo le riaperture?

Abbiamo registrato due possibili atteggiamenti all’apparenza contrapposti. Da una parte, molti ragazzi subito dopo l’allentamento delle limitazioni si sono buttati nella “movida”, col desiderio inconscio di sfidare la malattia, negandone l’esistenza e fingendo di ignorare il rischio. Dall’altra, altri hanno manifestato la tendenza al ritiro sociale: hanno continuato a restare chiusi in un mondo virtuale fatto di informazioni e studio on line, chat e video-game, con timore di confrontarsi con il mondo esterno, come se avessero interiorizzato la de-socializzazione, perdendo attitudine e volontà a creare rapporti reali, favoriti in ciò dall’abitudine, durante la quarantena, a stare “iperconnessi”, tra le 5 e le 10 ore al giorno, fino a configurare una condizione di dipendenza dal web. Entrambe le modalità esprimono una cattiva elaborazione del trauma della pandemia.

È vero che c’è stato anche un aumento di obesità?

Sì. Questo ha riguardato sia adulti che adolescenti e bambini, causa la consolazione cercata nel cibo contro le restrizioni della libertà e l’ansia causati dall’emergenza, uniti all’inattività forzata.

Perché l’adolescenza è stata un’età particolarmente a rischio per le conseguenze del lockdown?

Perché le norme imposte dal controllo della diffusione della pandemia incidono su un aspetto già cruciale per l’adolescente, che è l’ambivalenza tra dipendenza e autonomia. Uno dei compiti specifici di crescita dell’adolescente è il processo di separazione dalle figure genitoriali e individuazione della propria personalità “altra” dalla famiglia di origine per aprirsi al mondo esterno. Questo processo richiede la presenza del gruppo dei pari con cui confrontarsi e omologarsi. Ai ragazzi in lockdown è stato tolto tutto questo, costringendoli a regredire in una fase infantile, quella in cui ci si sente protetti in seno al nido sicuro che isola, accoglie, accudisce e coccola, con le relazioni con gli altri mediate da internet e quindi meno coinvolgenti. In fondo, è una situazione in cui i ragazzi hanno trovato anche dei vantaggi secondari, ma la spinta all’autonomia, che è un compito evolutivo, premeva, di qui il conflitto tra il desiderio di rimanere in casa accuditi “per sempre”, e il bisogno fisiologico di crescere che significa venir fuori, evolvere, emanciparsi. Da questa ambivalenza tanti comportamenti di crisi, tra regressioni e aggressioni.