Covid-19, bisogna prestare attenzione a chi rientra dalla vacanze

Covid-19, bisogna prestare attenzione a chi rientra dalla vacanze

12 Agosto 2020 0 Di La Redazione

Pierpaolo Sileri: “I contagi che osserviamo sono per lo più dovuti a persone che tornano dalle vacanze. Ne abbiamo diversi di focolai che sono stati circoscritti e chiusi”.

 

“Sono preoccupato per coloro che tornano dalle vacanze. I casi di contagio riguardano più queste persone che non i migranti che vengono controllati e quarantenati”. A puntualizzarlo è il viceministro della salute, Pierpaolo Sileri, intervenuto ad “Agorà” su Rai3, a proposito del rischio contagi Coronavirus. Sileri ribadisce la necessità di prestare “massima attenzione” ai migranti, che “devono essere testati” e “controllati perché non devono fuggire. Ma – sottolinea – sono più preoccupato dei casi che arrivano in business class”. Al momento infatti, fa notare, i contagi “che osserviamo sono più dovuti a persone che tornano dalle vacanze. Ne abbiamo diversi di focolai che sono stati circoscritti e chiusi”.

Parla poi della App Immuni che, dice Sileri, “è stata sottostimata, temuta, vista come un nemico o un orpello inutile. Ma in questa fase è fondamentale”. “Se tuo figlio va a ballare in una discoteca o ad una festa da 100 persone, si ricorderà i nomi dei partecipanti se dovesse risultare positivo? A luglio – ricorda Sileri – grazie a Immuni, su un treno è stato individuato un positivo ed è stato bloccato un focolaio. Con il massimo rispetto della privacy”.

“Sul vaccino credo che se ne parli troppo in questo momento, ed è prematuro”. È il pensiero del viceministro della salute, Pierpaolo Sileri, che ha ricordato: “Il vaccino ancora non è disponibile. O meglio è possibile che sia disponibile qualcosa di funzionante entro fine anno. Funzionare – ha puntualizzato Sileri – non significa che sia sicuro. Dobbiamo aspettare tutti i test di efficacia e sicurezza e poi il prodotto in larghe quantità. In questo momento, non avendo il vaccino a disposizione è dunque prematuro parlarne – conclude – anche perché non sappiamo cosa accadrà nei prossimi mesi con questa epidemia”.