Covid-19 aumenta il rischio di diabete di tipo 2?

Covid-19 aumenta il rischio di diabete di tipo 2?

7 Aprile 2022 0 Di La Redazione

Le persone che hanno contratto il COVID-19 hanno un rischio aumentato di sviluppare il diabete di tipo 2, secondo quanto emerge da uno studio pubblicato su Diabetología.
Come ricordato nell’articolo, il pancreas può essere uno dei bersagli del virus ed è stato osservato come, dopo l’infezione, ci sia un numero ridotto di granuli che secernono l’insulina nelle cellule beta così come una secrezione ridotta di insulina stimolata dal glucosio. Inoltre, il virus può danneggiare le cellule beta attivando citochine pro-infiammatorie. Da notare come siano stati riportati casi di insulino-resistenza e di iperglicemia in pazienti COVID-19 che non avevano in precedenza una storia di diabete. «Tuttavia non è chiaro se tali alterazioni metaboliche siano transitorie o se gli individui con COVID-19 abbiano un rischio futuro aumentato di diabete persistente» scrivono gli autori. Lo studio ha utilizzato i dati registrati in Germania da medici generali o internisti tra marzo 2020 a gennaio 2021 relativi a quasi 9 milioni di individui, in modo da individuare i pazienti con COVID-19. I ricercatori hanno così formato una coorte di 35.865 pazienti COVID-19 di nuova diagnosi, la quale è stata abbinata (per sesso, età, assicurazione sanitaria, mese della diagnosi e comorbilità) a una seconda coorte formata da persone con infezione delle vie respiratorie superiori.
Ebbene, chi aveva contratto il COVID-19 aveva un rischio maggiore di incidenza di diabete di tipo 2 (15,8 contro 12,3 per 1.000 anni persona). Inoltre, il rischio relativo di sviluppare il diabete di tipo 2 del gruppo con pazienti COVID-19 era più alto del 28% di quello del gruppo composto da pazienti con infezione delle vie respiratorie superiori (incidence rate ratio 1,28).
«Se confermati, questi risultati supportano il monitoraggio attivo della disregolazione del glucosio dopo la guarigione da forme lievi di infezione da SARS-CoV-2» scrivono i ricercatori.

 

 

 

Fonte:DoctorNews33