Coronavirus, occorre cambiare strategia

Coronavirus, occorre cambiare strategia

15 Aprile 2020 0 Di Natale De Falco*

L’attuale modalità nazionale e quindi delle Regioni di affrontare il problema della infezione da Covid-19 facendo tamponi solo alle persone sintomatiche è l’opposto di quello che si dovrebbe fare.

 

Siamo un gruppo di medici di tutta Italia, medici Ospedalieri e del Territorio. La nostra esperienza viene dal contatto diretto con i pazienti in tutte le situazioni. In queste ultime settimane abbiamo assistito impotenti al disastro del Paese. Siccome la nostra “MISSION” è stata sempre la salute del cittadino abbiamo deciso di avanzare delle proposte da mettere in atto subito per una nuova strategia di contrasto al coronavirus. Queste proposte sono anche una sintesi di numerosi studi e valutazioni della comunità scientifica che purtroppo vengono attuate a macchia di leopardo. La guerra non si vince nelle trincee (che restano fondamentali) ma sul territorio. Un contagio evitato è un paziente in meno in ospedale.

Occorre cambiare strategia, poiché l’attuale strategia è sbagliata.

Dallo studio del modello Veneto/Coreano si evince che l’attuale modalità nazionale e quindi delle regioni di affrontare il problema della infezione da Covid-19 (fare tamponi solo alle persone sintomatiche) è l’opposto di quello che dovrebbe essere fatto. Infatti, adesso, che il virus circola ampiamente, non è più così importante fare il tampone ai soggetti sintomatici. Tutti coloro che presentano febbre, tosse e sintomi respiratori dovrebbero comunque essere posti in isolamento o essere trasportati in ospedale e curati in modo appropriato alla loro sintomatologia e tutti coloro che sono stati esposti a questi soggetti dovrebbero essere ricercati e posti in isolamento.

Quello che è cruciale nella battaglia contro il virus è cercare di scovare le persone asintomatiche, le quali hanno una maggiore probabilità di contagiare visto che non sanno di essere infette e nessuno le teme o le isola. Questo è particolarmente vero per categorie come i medici e gli infermieri che essendo esposti al virus sviluppano frequentemente un’infezione asintomatica continuando a veicolare l’infezione tra loro e ai loro pazienti.

Essendo un virus respiratorio, il 90% dei contagi avvengono tra persone che hanno un rapporto diretto, che hanno un’esposizione ravvicinata, in ambienti chiusi. Cioè: famiglia, luoghi di lavoro e purtroppo ospedali, come dimostra l’esperienza Lombarda. È difficile che ci si contagi per strada (evitando gli assembramenti):

Quindi occorre mettere in campo politiche di sanità pubblica drastiche e riorganizzare il sistema per affrontare il problema sul territorio e in ospedale (con diversa intensità di cura).

Nuova strategia:

  • incrementare i laboratori per l’esecuzione dei tamponi e dei test rapidi;
  • utilizzare il tampone naso-faringeo per la diagnosi ed i test rapidi (IgG-IgM) per gli screening;
  • non aspettare la risposta del tampone per iniziare la terapia;
  • effettuare il tampone a tutti i contatti (sintomatici e non sintomatici) degli attuali positivi con ricostruzione della catena dei contatti (anche con mezzi digitali);
  • effettuare il test a tutti gli operatori pubblici iniziando dagli operatori sanitari, dato l’alto numero di positivi tra il personale sanitario, forze dell’ordine ed in generale tutti gli operatori a contatto con il pubblico;
  • pubblicizzazione dei luoghi frequentati dai “contagiati”, per recuperare gli altri frequentatori del luogo;
  • pianificare l’esecuzione dei tamponi, anche con stazioni mobili (in macchina);
  • sanificazione dei luoghi frequentati dai positivi compresi luoghi di lavoro e residenza;
  • obbligo di mascherina chirurgica o equivalente a tutta la popolazione;
  • obbligo di mascherina chirurgica a tutti i pazienti ed ai visitatori degli ospedali.

Classificare i pazienti in base alla sintomatologia presentata:

  1. sospetto contagio – isolamento a domicilio o preferibile presso struttura non sanitaria;
  2. contagiato asintomatico – isolamento a domicilio o se disponibile (preferibile) presso struttura non sanitaria;
  3. contagiato con sintomatologia lieve – presso una struttura non sanitaria con assistenza medica h 24 o preferibile in struttura con possibilità di somministrazione di O2 (ospedali militari, ospedali dismessi, cliniche private);
  4. contagiato con sintomatologia moderata isolamento presso struttura sanitaria con assistenza medica h 24; (ospedale Covid) –ricovero con ambulanza dedicata;
  5. contagiato con sintomatologia grave – ricovero ospedaliero (percorso ospedaliero con ambulanza dedicata – bio contenimento) in sub intensiva o intensiva.

Riportare tutta la gestione agli organi ministeriali (CCM, CTS, AGENAS ecc.), attivare il “Piano nazionale di preparazione e risposta a una pandemia influenzale” (a livello nazionale e regionale) e ridurre il ruolo della Protezione Civile a quello di supporto.

Al fine di garantire la tenuta nel tempo della strategia globale di contrasto, occorre potenziare i Dipartimenti di Prevenzione su tutto il territorio nazionale. Il Dipartimento con i suoi servizi di igiene pubblica deve essere il vero motore di tutta la strategia di prevenzione.

Sorveglianza Sanitaria Attiva: ricerca attiva e costante nel tempo perché ci dobbiamo abituare a convivere con queste pandemie.

*Medico Emergenza P.O. San G. Bosco e componente regionale Cimo in rappresentanza del gruppo FB ambientecampania