CittadinanzAttiva, sanità salernitana allo sbando: i servizi funzionano solo sulla carta

CittadinanzAttiva, sanità salernitana allo sbando: i servizi funzionano solo sulla carta

31 Ottobre 2022 0 Di La Redazione

Sanità pubblica sempre più in sofferenza nel Salernitano. A lanciare l’ennesimo allarme il Tribunale dei Diritti del Malato e di Cittadinanzattiva di Salerno che esprime fortissima preoccupazione per la situazione in cui versano i pronti soccorso e le unità operative del territorio.
“Non è un problema della sola Azienda Ospedaliera, ma della intera Asl in quanto i reparti chiusi, i servizi che funzionano solo sulla carta e le disfunzioni dei presidi della Asl di Salerno costringono i cittadini a rivolgersi all’unico pronto soccorso del Dea di secondo livello e sede di Hub per le reti che si trovano al presidio ospedaliero per infarti, ictus e traumi” – dichiarano i referenti Margaret Cittadino,  Maria Grazioso, Maria Pastore e Pasquale Trotta.
È sconvolgente che i direttori generali, i direttori sanitari, i sindaci di Salerno e provincia, gli organismi intermedi (conferenza dei sindaci) restino impassibili di fronte a dati sconfortanti sulla riduzione della speranza di vita (due anni in
meno rispetto ai cittadini del centro-nord), sulla mortalità evitabile (soprattutto per
tumori e patologie cardiovascolari) che vedono la Campania ai primi posti” – continuano.
“È inquietante che i sindaci, la conferenza dei sindaci e i dirigenti sanitari e il presidente della regione Campania non si interroghino pubblicamente, ascoltando le proposte dei pazienti e dei loro rappresentanti, su cosa possano fare nell’ ambito delle loro funzioni e del loro stipendio per migliorare le condizioni
di vita dei cittadini” – aggiungono.
“È preoccupante che le dirigenze sanitarie delle due Aziende, nonostante le denunce e gli allarmi della popolazione non vogliano affrontare insieme le problematiche del super affollamento del pronto soccorso del Ruggi, degli altri pronto soccorso, di tutti i presidi della provincia e l’emergenza di reparti chiusi, e senza personale, dei medici costretti ad andare via a causa di turni stressanti o perché maltrattati da dirigenti e organizzazioni insensibili” – aggiungono.
La richiesta è quella di ripristinare i posti letto tagliati o inattivi, ripristinare tutte le funzioni assistenziali previste, e soprattutto mettere mano al potenziamento e riorganizzazione dell’ assistenza territoriale (decreto 77), dell’assistenza domiciliare, (c’era e ci sono i finanziamenti) accelerare le procedure di reclutamento e rispettare le regole contrattuali su turni e orario di lavoro.
“I direttori generali hanno soprattutto questi obiettivi, prima di costruire nuove strutture, bisogna far funzionare quelle esistenti. Fare presto è necessario e doveroso” – concludono Margaret Cittadino, Maria Grazioso, Maria Pastore e Pasquale Trotta.