Circumvesuviana, ancora un incidente grave ma la cosa non fa più notizia

Circumvesuviana, ancora un incidente grave ma la cosa non fa più notizia

29 Luglio 2023 Off Di Gaetano Milone

Mettere a rischio nel quotidiano la vita di migliaia di persone, costrette ad usare la più sgangherata e malridotta ferrovia italiana, è un “delitto” che va assolutamente censurato e bloccato anche con uno stop a tempo indeterminato, fino a quando non si arrivi alla sostituzione degli incapaci che hanno portato alla distruzione di quella che era un fiore all’occhiello del trasporto su ferro in Campania.

 Ieri, l’ennesimo incidente di percorso sulla tratta Napoli-Sorrento.

Il direttissimo delle 17.42, infatti partito dal terminale di Porta Nolana già con forte odore di bruciato ( la testimonianza dei viaggiatori è una denuncia terribile per il personale viaggiante), arrivato alla stazione di Santa Maria del Pozzo è stato costretto a fermarsi per le urla dei viaggiatori “prigionieri” di un vagone in fiamme.

Sfondati dagli stessi viaggiatori i vetri, per le porte bloccate, si riprende il cammino (infernale) fino a San Giorgio a Cremano, dove le vittime di questo ennesimo attentato alla salute pubblica (non chiamatelo disservizio), vengono messi in salvo su un altro treno che li conduce alla stazione di Torre Annunziata e da qui con un altro convoglio  a Sorrento.

 Scene di ordinaria follia direbbe qualcuno. Noi aggiungiamo qualcosa, ovvero quale regia criminale, sta dietro alla volontà politica, di tenere in piedi una società mangiasoldi, da sempre in rosso malgrado gli ultimi 600 milioni di euro dati anni fa dallo Stato per ripianare i debiti, con un presidente “faccia di bronzo” e con una gestione fallimentare con linee vecchie, materiale rotabile vecchio e spesso non a norma, con frequentissimi incidenti, false e ritardate partenze, arrivi sempre fuori orario.

 Eppure gli stipendi del personale sono altissimi da far rabbrividire professionisti di alto valore, con orari di comodo, scambi di turno e rifiuto anche di ore di straordinario, spesso necessario a sopperire caste di intoccabili. Si salvi chi può.