Carmelo Furnari: “Il talento va allenato, da solo non basta”

Carmelo Furnari: “Il talento va allenato, da solo non basta”

22 Luglio 2023 Off Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

Fino ad adesso si è sempre dedicato all’attività di base e al settore giovanile. Ha iniziato ad allenare la New Team Catania, scuola calcio di un ex Serie A Giuseppe Mascara, dove si è formato grazie a dei mister molto preparati, poi ha continuato il suo percorso professionale e di crescita con l’Atletico Paternò.

Oggi parliamo di Covid, sport e salute con: Carmelo Furnari.

La fase pandemica più acuta sembra essere oramai alle spalle anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli. Come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport? Come ha gestito la paura del contagio ed il disagio legato alle severe misure restrittive?

Possiamo dire che ormai il covid è un brutto ricordo, ho vissuto quel periodo non al massimo, come tutti gli altri sportivi, da marzo 2020 fino alla fine dell’estate sia i gruppi di scuola calcio che di settore giovanile, non ha potuto allenarsi è questo è stato davvero traumatico per i ragazzi. Le vere difficoltà sono arrivate quando a settembre 2020, inizia la nuova stagione, la paura di essere contagiati era davvero tanta, anche se abbiamo gestito la situazione nei migliore dei modi, facendo degli allenamenti in modo individuale come le regole ci dicevano, per i nostri tesserati è stato davvero difficile, non potevano fare ne partita fra di loro ne tanto meno con altre squadre, perché nel calcio, come nello sport in generale, quando manca il confronto con gli avversari, l’esultanza per il gol o per un bel gesto tecnico, l’applauso del pubblico, o per il bambino un bravo da parte del padre, è come se mancasse tutto. Però anche se gli allenamenti si svolgevano in fase individuale, qualche ragazzino risultava positivo, ogni volta che questa situazione si presentava, noi società avvertiamo le famiglie, in modo che i ragazzi non infetti, grazie all’esito dei tamponi, così come lo staff continuasse a fare allenamento la volta successiva.
Insieme alle restrizioni i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni allo sport, soprattutto a quello, cosiddetto, minore. Cosa è successo, in particolare, nella sua specialità?
Come dicevo prima abbiamo ripreso ad allenarci a settembre 2020, molti però non hanno continuato con lo sport per paura di essere infettati, anche perché passavamo da zona gialla a rossa in un attimo e per delle settimane eravamo costretti a chiudere, solo nella stagione successiva ovvero nel 2021 tutti sono tornati a giocare a calcio, ovviamente il lungo periodo di stop si faceva sentire ma dopo un po di duro lavoro siamo riusciti a far salire di livello tutti i ragazzi che si erano fermati a causa del covid.
Chi è stato a spingerla all’attività agonistica? o si è trattato di una folgorazione magari guardando ai modelli dei grandi campioni?

La passione per il calcio mi accompagna fin da piccolo, grazie ad una persona che mi sta accanto ancora oggi, mio padre, lui è stato il mio idolo, lui mi ha fatto innamorare del calcio, ma crescendo ho capito che il mio vero ruolo non è in campo ma in panchina, per me la vera passione è avere un ragazzo che non ha mai giocato per trasformarlo in qualcosa di totalmente nuovo, per poi vederlo giocare in un settore giovanile professionistico, questa è la mia vittoria, questo è quello che mi appaga di più.
Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?
Ho visto molti ragazzi con doti personali pazzesche ma senza volontà, la genetica può aiutarti ma se non alleni il tuo talento hai finito prima di iniziare, però ho anche visto dei ragazzi che non avevano doti genetiche a loro favore, andare più avanti dei classici “fenomeni” perché il talento senza il lavoro è nullo, perché l’ossessione di migliorare, l’ossessione del lavoro batte sempre il talento.

Se dovesse dare qualche “consiglio utile” ai ragazzi che si avvicinano alla sua specialità, cosa suggerirebbe?

Il consiglio che mi sento di dare ai ragazzi è quello di allenarsi e giocare divertendosi, di condurre una vita sana, non mangiando cibo spazzatura e bere bevande gassate, ma soprattutto il consiglio più importante è quello di allenarvi sempre al campo, al parco, in una qualsiasi parte del mondo, perché il talento va allenato, e va allenato sempre, siate ossessionati dalla voglia di migliorare sempre, solo chi sa migliorarsi saprà raggiungere livelli che altri non hanno mai immaginato.