Arianna Fusco: “La pallavolo sviluppa la capacità di mettersi in gioco con se stessi e con gli altri”

Arianna Fusco: “La pallavolo sviluppa la capacità di mettersi in gioco con se stessi e con gli altri”

29 Ottobre 2022 0 Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

“La pallavolo è uno degli sport dove c’è più interazione. È un gioco di intuizione, immaginazione, improvvisazione – ma soprattutto di reciprocità e lavoro di squadra. Non c’è modo di essere individualisti nella pallavolo”. (Marv Dunphy)

Oggi parliamo di Covid, sport e salute con: Arianna Fusco.

La fase pandemica più acuta sembra ormai alle spalle, anche se i continui colpi di coda non lasciano tranquilli, come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport, come ha gestito la paura del contagio e del disagio legato alle misure restrittive?

Il mondo dello sport, durante la fase acuta e non solo, è stato sicuramente penalizzato. Le attività sportive sono potute riprendere con dei protocolli di sicurezza stringenti che, se da un lato tutelavano la salute pubblica, dall’altro hanno alimentato una enorme spesa economica a carico delle singole società che con faticose imprese, oserei dire quasi titaniche, sono riuscite a rimanere in piedi. Il mondo della pallavolo in quel periodo ha perso ogni forma di pubblico, contatto fra le squadre avversarie, alimentando un clima di diffidenza verso l’ altro. L’aspetto psicologico è stato messo sotto pressione in termini qualitativi e quantitativi e a tutt’oggi, l’allarme dei neuropsichiatri infantili e non solo, riecheggia nell’aria come una scure sulla testa di tutti. Le fragilità nascoste sono emerse,in alcuni casi, prepotentemente. Nonostante questi accadimenti dalle ripercussioni inevitabili, posso dire che siamo riusciti a rimanere un contatto con gli atleti, continuando online i nostri allenamenti. Inoltre abbiamo inventato “serate pizza”, “tombola” e quanto altro permettesse la comunicazione e il mantenimento del senso di appartenenza al gruppo. Adesso ci stiamo riprendendo a testa alta, convinti che ogni volta che accade qualcosa, questa possa essere una lezione da trasporre in chiave positiva per rimodularsi.

Le restrizioni ed i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni al mondo dello sport, soprattutto a quello cosiddetto minore, cosa è successo in particolare nella sua specialità?

Nel mondo della pallavolo abbiamo avuto un primo fermo importante dovendo stare, improrogabilmente, a casa, come tutti del resto. Successivamente tra protocolli restrittivi, misurazione della temperatura, sanificazione e tutti gli altri accorgimenti necessari per riprendere l’attività , siamo ripartiti fra l’incertezza, la frustrazione e la speranza di non doverci fermare di nuovo. L’attività giovanile è ripresa a singhiozzo, con regole restrittive che si trasformavano in maniera repentina ma, nonostante tutto, la  grande voglia di cogliere l’opportunità di potersi allenare ha permesso la ripartenza. Il minivolley, quindi la pallavolo dei  più piccoli, ha subito un fermo estremamente lungo che non ha permesso loro di potersi esprimere nei campi indoor, limitando l’approccio alla socialità e ai normali schemi motori di base che in questi anni, acquisiscono una complessità estrinseca ed intrinseca per lo sviluppo del benessere psicofisico indiscutibile. Abbiamo dovuto reinventarci, rimodulando i normali allenamenti con diversi accorgimenti volti a preservare e calibrare i diversi schemi motori, la socialità e la vulnerabilità di ognuno, cercando di trasmettere sicurezze e certezze, che in quel momento vacillavano.

Chi è stato in famiglia o tra gli amici a spingerla verso l’attività agonistica, oppure si è trattato di una sua folgorazione guardando ai modelli dei grandi campioni?

La pallavolo nella mia vita è stata la mia passione travolgente da sempre. L’odore del campo, la voglia di stare insieme alla squadra, di andare sempre avanti senza mai attribuire agli altri i fallimenti ma condividendo i successi raggiunti ha contribuito a delineare il mio locus of control e di conseguenza ha influenzato il mio percorso, portandomi ad essere oggi la somma di tutte le mie scelte. 

Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?

La forza di volontà è determinante ed imprescindibile se si vogliono raggiungere degli obiettivi. È quell’energia interiore che sa assisterci, soccorrerci e spingerci quando ne abbiamo più bisogno. Deve seguire la sua direzione in modo fluido, armonioso, istintivo ed è quindi una spinta naturale, che ci conduce spontaneamente là dove dobbiamo andare.

Se dovesse dare qualche consiglio utile ai ragazzi che si avvicinano alla sua specialità cosa suggerirebbe?

La pallavolo sviluppa la capacità di mettersi in gioco con se stessi e con gli altri. É sana competizione, è un continuo superamento dei propri limiti, è sacrificio e condivisione. Regala momenti di grande soddisfazioni e risate. Ai giovani consiglio di entrare in palestra e provare…se si accende il fuoco della passione, ve ne accorgerete subito!