Anmdo-Card, e fu subito Sanità

Anmdo-Card, e fu subito Sanità

8 Ottobre 2019 0 Di Bruno Buonanno

Molto di più di un incontro sui temi dell’assistenza in Regione. L’appuntamento di oggi, organizzato dal duo Matarazzo e Volpe, è diventato un confronto di alto profilo.

Medici, direttori generali, tecnici della sanità, giornalisti, fotografi e cineoperatori che a prima mattina già affollavano la sala congressi dell’Excelsior confermano che dopo sette anni la coppia Matarazzo-Volpe è in piena sintonia. Folla da grandi occasioni per il settimo convegno organizzato da Giuseppe Matarazzo, per anni direttore sanitario del grande Cardarelli (senza dimenticare il Loreto Mare, il San Giovanni Bosco e tante altre tappe della sua storia professionale) ma anche manager del direttivo Anmdo l’associazione dei direttori sanitari ospedalieri che lavora in tandem con Gennaro Volpe, presidente del Card (Confederazione delle associazioni regionali di Distretto), da anni presente nei direttivi dell’Ordine dei medici di Napoli e provincia, ma soprattutto sicuro punto di riferimento nell’Asl Napoli 1 per aver coordinato per anni i dieci Distretti sanitari. Incarico che il bravo Gennaro Volpe ha lasciato a metà agosto per insediarsi come direttore generale nell’Asl di Benevento.

Il via al convegno è sul regionalismo differenziato che vede intorno a un tavolo “guidato” dal giornalista Marco Esposito nomi noti del mondo sanitario: Enrico Coscioni, Ettore Cinque, Raffaele Calabrò, la farmacista Serao e Giulio Gallera, assessore della regione Lombardia al welfare, tutti impegnati in un serrato confronto. La Campania e il Sud accolgono da ospite l’assessore lombardo, uno dei grandi sostenitori del regionalismo differenziato che volentieri entra nella gabbia dei leoni. “Noi non chiediamo un euro in più, il finanziamento della Lombardia si basa sui dati della popolazione e sull’indice di vecchiaia – spiega Gallera – e vogliamo che le Regioni siano flessibili sull’uso delle proprie risorse”. Coscioni, consulente del governatore De Luca per la sanità, è chiarissimo: personale, edilizia, tecnologie stavano per far morire la Campania. C’è un imbuto formativo: nel 2021 ci saranno 18 mila laureati in medicina, mi auguro che il patto della Salute ci consentirà di recuperare medici in particolari specialità”.

Il governatore De Luca segue con attenzione la vivace tavola rotonda, poi prende la parola e pungola subito il lombardo Gallera. “In due cose siamo più avanti della Lombardia: nei tempi di pagamento e nella gastronomia. In campo sanitario – spiega il presidente della giunta – è necessaria una politica di medio – lungo periodo che duri circa dieci anni. Diversamente non si può programmare niente, si va avanti con tweet e scemenze. Mancano i medici specializzati perché sono insufficienti le scuole di specializzazione, così come il governo ha programmato <quota cento> senza pensare a cosa sarebbe successo nella pubblica amministrazione e negli ospedali”.

Dal governo Conte al governo Conte – bis. Il governatore non concede sconti neanche al nuovo assetto politico, è stufo di un commissariamento che finisce, ma solo a chiacchiere. “Apriremo un contenzioso se in sanità non ci daranno autonomia organizzativa entro novembre. Non fatemi sentire che la commissione Lea si riunisce ogni sei mesi. Signori – sbotta De Luca fra gli applausi – riunitevi ogni mese, e non dateci fastidio!”

Tra passato e futuro il governatore si rifà ai bilanci in rosso di 9 miliardi di euro e alla “politica- politicante” che gestiva la sanità. “Dopo dieci anni di commissariamento fai fatica anche a scegliere dieci direttori generali, in sanità c’è un vuoto di 13.500 dipendenti. Siamo ad ottobre e ancora non sappiamo a quanto ammonta il fondo sanitario nazionale, ma sappiamo che con la vecchia ripartizione abbiamo 300 milioni di euro meno del Lazio, che per la mobilità spendiamo ogni anno circa 300 milioni e che per un decennio non abbiamo mai ricevuto i 300 milioni di premialità. Ci aspetta una nuova fase organizzativa, quella dell’umanizzazione. È stato accettato il piano ospedaliero, ma con un’imposizione: chiudete 90 strutture complesse in un anno. Eliminando il commissariamento andremo avanti con tranquillità perché la Soresa si conferma una struttura di eccellenza, abbiamo realizzato strutture per l’infarto del miocardio e per l’ictus, lavorato sulla procreazione medicalmente assistita. Parlo di <umanizzazione> – ricorda il governatore – perché siamo ancora indietro con gli screening, dobbiamo far funzionare molto meglio l’assistenza domiciliare e – perché no? – ridiscutere anche dei criteri di ripartizione del fondo sanitario nazionale. Popolazione e deprivazione sono state dimenticate negli anni. Oggi esistono patologie come il diabete infantile, l’autismo, l’alcolismo, le tossicodipendenze. Non è detto che la popolazione giovanile sia tranquillizzante e parlare di “spesa storica” per la Campania significa penalizzare il Sud e farci perdere ogni anno 300 milioni di euro. Ho incontrato con piacere l’assessore Giulio Gallera e gli dico che con la Lombardia saremo presto la prima sanità d’Italia”.

Giornata di sanità a tutto campo con Gianluca Postiglione, direttore generale della Soresa, che subito dopo l’intervento del governatore ha illustrato i programmi Sinfonia e Aida che daranno presto il giusto supporto informatico a tutta l’organizzazione sanitaria della Campania.