Allergia al latte vaccino, l’efficacia dell’immunoterapia

Allergia al latte vaccino, l’efficacia dell’immunoterapia

14 Dicembre 2021 0 Di La Redazione

Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Allergy and Clinical Immunology i bambini con grave allergia al latte vaccino possono tollerare in sicurezza piccole quantità di latte cotto dopo 12 mesi di immunoterapia orale. «Quella al latte di mucca è l’allergia alimentare più comune nei bambini piccoli, e per i genitori è un fattore di stress costante che condiziona le vacanze, le gite fuori parta con pranzi al ristorante e molte attività sociali» afferma la prima autrice Jennifer Dantzer, professore associato di pediatria alla Divisione di allergologia pediatrica, immunologia e reumatologia della Johns Hopkins School of Medicine di Baltimora, che assieme ai colleghi ha randomizzato 30 partecipanti tra 3 e 18 anni in due gruppi.
Per 12 mesi un gruppo ha ricevuto l’immunoterapia orale con latte cotto (BMOIT) e l’altro con un placebo costituito da farina di tapioca. Al basale, per tutti i partecipanti, il diametro del pomfo del test cutaneo (skin prick test) al latte vaccino era ≥3 mm e il livello di immunoglobuline E (IgE) del latte vaccino era >5 kU/L. Ai partecipanti sono state date istruzioni su come preparare il latte cotto nella pastella per cupcake o muffin. In 12 mesi, le dosi sono state gradualmente aumentate fino a una dose cumulativa massima di 4.044 mg di proteine del latte cotto, corrispondenti a circa mezzo cucchiaio. «Dopo un anno di immunoterapia orale 14 dei 15 partecipanti (93%) nel gruppo BMOIT hanno raggiunto la dose di mantenimento di 2.000 mg di proteine di latte cotto (circa un quarto di cucchiaio), mentre 11 su 14 (79%) hanno tollerato 4.000 mg di proteine di latte cotto, a fronte di nessun partecipante nel gruppo placebo» spiegano gli autori, precisando che nel follow-up non sono emerse variazioni significative nei livelli di IgE in entrambi i gruppi, e che gran parte del gruppo BMOIT ha riportato miglioramenti in almeno un dominio della qualità della vita, mentre il gruppo placebo ha riferito benefici solo nel dominio dell’impatto emotivo.
Eventi avversi in prevalenza gastrointestinali si sono verificati in entrambi i gruppi: la stragrande maggioranza è stata lieve a fronte di meno dell’1% di reazioni gravi, che in 4 casi hanno richiesto la somministrazione di epinefrina. «Nonostante le piccole dimensioni del campione questo studio dimostra che nell’allergia al latte vaccino l’immunoterapia orale è un’opzione proponibile, anche se è necessario sviluppare alternative più sicure ed efficaci» conclude Dantzer.

 

 

Fonte:DoctorNews33