8 Giugno Giornata Mondiale degli Oceani

8 Giugno Giornata Mondiale degli Oceani

8 Giugno 2025 Off Di Giampiero Pane

La Giornata Mondiale degli Oceani si celebra l’8 giugno di ogni anno, giorno dell’Anniversario della Conferenza Mondiale su Ambiente e Sviluppo di Rio de Janeiro, costituisce l’occasione per riflettere sui benefici che gli oceani sono in grado di fornirci e il dovere che incombe su ogni individuo e sulla collettività di interagire con gli oceani in modo sostenibile, affinché siano soddisfatte le attuali esigenze, senza compromettere quelle delle generazioni future. l’edizione di quest’anno ha come tema Wonder: Sustaining What Sustains Us (Meravigliarsi di ciò che ci sostiene, per imparare a proteggerlo). L’edizione 2025 della Giornata Mondiale degli Oceani vuole proporre un cambio di prospettiva: nessun allarme, ma un invito a riconoscere il valore reale dell’ecosistema oceano. Se gli avvertimenti non servono a invertire la rotta, la consapevolezza del ruolo che l’oceano svolge per la vita sul pianeta può essere invece il punto di partenza per un impegno più concreto. E quindi per un cambiamento reale. Gli oceani coprono tre quarti del nostro Pianeta, generando, in termini di risorse e industrie, il 5% del Pil mondiale. La salute del nostro pianeta non può prescindere da quella degli oceani; regolano il clima, producono oltre la metà dell’ossigeno che respiriamo, assorbono anidride carbonica, proteggono le coste e offrono cibo e lavoro a più di tre miliardi di persone nel mondo. L’impegno delle Nazioni Unite quest’anno è volto a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’inquinamento da plastica che caratterizza le acque oceaniche. Secondo alcuni dati, nel 2050 gli oceani conterranno più plastica che pesci: la produzione di plastica mondiale è aumentata di venti volte dal 1964, raggiungendo le 314.000 tonnellate nel 2014. Questi numeri sono destinati a duplicare nei prossimi vent’anni e a quadruplicare entro il 2050. Nonostante le Nazioni Unite e i Governi premano per la realizzazione di efficienti sistemi di riciclaggio, solo il 5% della plastica viene riciclata in modo corretto mentre il 40% finisce nelle discariche e un terzo negli ecosistemi fragili, come gli oceani. Sono necessarie azioni urgenti su scala globale per alleviare gli oceani dalle molte pressioni che si esercitano e per proteggerli da pericoli futuri la plastica ha un impatto notevole sulla salute degli animali e degli ecosistemi marini. Alcuni tra gli esempi più recenti rimangono lo sbiancamento della Grande Barriera Corallina in Australia, causata dall’inquinamento e dal cambiamento climatico, e l’assuefazione di alcuni pesci allo stato larvale, che preferiscono le microplastiche al plancton, il loro cibo naturale. Tendenza che ha influito sul loro sviluppo e che in molti casi ne ha decretato la morte. La tutela degli oceani è strettamente legata alla disponibilità di risorse alimentari e alla conservazione della biodiversità marina. Gli ecosistemi oceanici forniscono cibo a miliardi di persone e ospitano una parte significativa delle specie viventi del pianeta. Il loro degrado, causato da inquinamento, pesca eccessiva e riscaldamento delle acque, mette a rischio sia la capacità degli oceani di sostenere la produzione alimentare sia l’equilibrio degli habitat naturali da cui dipende la varietà delle forme di vita marine. Ad essere compromessa non è soltanto la varietà biologica, ma anche la capacità degli ecosistemi di rigenerarsi e mantenere funzioni essenziali. Dati Fao indicano che il 35,4% degli stock ittici globali è oggi sfruttato oltre livelli sostenibili, una quota più che raddoppiata rispetto al 1974, quando era pari al 10%. Il Mediterraneo è una delle aree più critiche: qui oltre il 60% degli stock è sovrasfruttato. In assenza di misure efficaci le conseguenze saranno irreparabili non solo per l’ambiente, ma anche per l’occupazione e la sicurezza alimentare di intere fasce di popolazione.