Francesco Carlaccini: “Il pugilato insegna tanti valori”

Francesco Carlaccini: “Il pugilato insegna tanti valori”

12 Febbraio 2024 Off Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

La fase pandemica più acuta sembra essere oramai alle spalle anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli. Come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport? Come ha gestito la paura del contagio ed il disagio legato alle severe misure restrittive?

Fortunatamente sembriamo aver superato quel periodo “buio” che a parer mio ha distrutto l’Italia in tanti settori, specialmente per chi aveva un’attività lavorativa e purtroppo fra il caos e la paura generale è stato costretto a chiudere.
Inizialmente la paura è stata tanta avendo una figlia nata da poco tempo e vista la diffusione di video che giravano in rete di persone che cadevano in terra da un momento all’altro apparentemente senza vita in Cina ed in altre parti del mondo.
Fortunatamente in quel periodo avevo il cane al terreno di un amico e questo mi permetteva di uscire e di svagarmi un po’ nonostante i divieti.
Per il resto quel periodo avendo qualche soldo da parte mi ha permesso di godermi appieno la vita in casa con la mia famiglia.

Insieme alle restrizioni i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni allo sport, soprattutto a quello, cosiddetto, minore. Cosa è successo, in particolare, nella sua specialità?

Si esatto, quando scoppiò la pandemia si bloccò l’Italia intera e di conseguenza anche tutto il panorama sportivo fatta qualche eccezione, mi riferisco se non sbaglio a chi si allenava nelle forze armate Italiane (Polizia, Fiamme Oro ecc).
Fortunatamente disputai un match di pugilato il 22 Dicembre 2019 e mi levai una soddisfazione poco prima di essere “ingabbiati” in casa perché essendo un agonista dilettante “Elite” appartenente ad una palestra di zona purtroppo non rientravo in quelle categorie che potevano permettersi il lusso di allenarsi anche sotto pandemia.

Chi è stato a spingerla all’attività agonistica? o si è trattato di una folgorazione magari guardando ai modelli dei grandi campioni?

Fin da bambino sono sempre stato vivace ed attivo e praticato sport come calcio, nuoto, parkour ecc.
Purtroppo con il pugilato ho iniziato un pò tardino all’età di 16 anni e non smetterò mai di ringraziare il mio miglior amico Mirko Natalizi che mi ha spronato ad andare in palestra con lui.

Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?

La forza di volontà è tutto, nello sport, nella vita ed in ogni cosa.
La cosa importante è avere sempre un obiettivo, lo sò per certo vedendolo riflesso anche su di me, per esempio nei periodi in cui non ho match in programma tendo a saltare magari qualche giorno di allenamento che invece non salterei se avessi in programma l’obiettivo di dover disputare un match e di raggiungere un peso prestabilito.

Se dovesse dare qualche “consiglio utile” ai ragazzi che si avvicinano alla sua specialità, cosa suggerirebbe?

Io credo fermamente che il pugilato sia uno sport completo al 100% e che insegni tanti valori che poi ogni sportivo (o quasi) porta dietro di sè per tutta la vita come l’umiltà, il rispetto e la tenacia, oltre ad instaurare dentro di sè una grande sicurezza.
Sicuramente deve essere una passione per poterlo praticare in maniera agonistica, non ci si allena 5 o 6 giorni su 7 se la passione non c’è.
Una cosa è certa, chi inizia con la nobile arte non potrà più farne a meno, il pugilato è uno stile di vita e qualunque pugile non ti dirà il contrario.