5 giugno, Giornata mondiale dell’ambiente

5 giugno, Giornata mondiale dell’ambiente

5 Giugno 2025 Off Di La Redazione

La plastica rappresenta l’80% dei rifiuti del Mediterraneo. Un vero e proprio sos quello lanciato dal Wwf in occasione della Giornata mondiale dell’Ambiente, che si celebra il 5 giugno e che quest’anno è dedicata proprio alla questione “plastica”. “Non è soltanto un problema ambientale – afferma l’associazione – la scienza conferma i rischi per la salute umana e animale”.

Ogni anno – ricorda il Wwf che, nell’ambito della sua campagna “Our future”, ha diffuso il documento “Oltre la plastica: il peso nascosto dell’inquinamento” – vengono “immessi sul mercato più di 410 milioni di tonnellate di plastica prevalentemente da fonti fossili”. Dalla sua diffusione su larga scala negli anni ’50, “la plastica si è imposta per leggerezza, resistenza ed economicità ma queste stesse caratteristiche ne hanno determinato anche l’enorme impatto negativo: oltre 9 miliardi di tonnellate prodotti finora, di cui soltanto una minima parte è stata riciclata”. La plastica – prosegue l’analisi dedicata ai rischi – rappresenta “l’80% dei rifiuti dispersi negli ecosistemi marini e costieri del Mediterraneo; di questi oltre la metà è rappresentata da plastica monouso”.

Ma non ci si ferma qui. Il Mediterraneo “oggi è considerato uno dei mari più inquinati da micro-plastica”. Tutto diventa “particolarmente preoccupante se si considera che il Mediterraneo è un hotspot per la biodiversità marina, ospitando fino al 18% delle specie marine del mondo”. Inoltre “negli ultimi anni accanto all’allarme ambientale è cresciuta anche la preoccupazione per le implicazioni sanitarie legate alla presenza di plastica nell’ambiente”, sotto forma di micro e nanoplastiche (Mnp). Tanto che per esempio in Italia aumentano “gli studi sulla presenza di micro-plastiche nel corpo umano”. La loro dimensione infinitesimale e la capacità di infiltrarsi (nell’acqua, nell’aria, nel suolo) rendono le Mnp capaci quindi di entrare nella catena alimentare. Le principali vie di esposizione “per l’essere umano sono l’ingestione, l’inalazione e, in misura minore, l’assorbimento cutaneo”.

Secondo numerosi studi, le Mnp si trovano “in alimenti di largo consumo come sale, miele, carne, frutta, verdura e, in particolare, nei prodotti ittici. Le stime attuali suggeriscono che un individuo possa ingerire fino a 52mila particelle di plastica all’anno”. Anche l’inalazione è un fattore importante, se si pensa che “in un metro cubo d’aria ci possono essere fino a 5.700 Mnp e un individuo può inalare fino a 22 milioni di questi minuscoli frammenti in un anno”.

Il Wwf ha da tempo lanciato l’iniziativa globale “No plastic in nature”, per la dispersione di plastica nell’ambiente entro il 2030. I governi sono chiamati a compiere “un passo decisivo per l’adozione di un Trattato globale giuridicamente vincolante contro l’inquinamento da plastica, in vista dei prossimi negoziati Onu a Ginevra”. Il Wwf chiede “all’Italia un ruolo attivo con politiche coerenti, rafforzamento delle misure interne, come plastic tax e applicazione della legge Salvamare”, oltre a “un’azione urgente, coordinata, strutturale, da parte delle istituzioni, delle aziende e dei cittadini”.