Napoli, Padre Correra e il Consultorio di Piazza del Gesù

Napoli, Padre Correra e il Consultorio di Piazza del Gesù

2 Febbraio 2021 0 Di Marisa D'Oriana

 

Domenico Correra è nato il 17 maggio del 1926 a Napoli. Terzo di cinque figli. I Correra vissero a Napoli fino al 1934, anno in cui il capofamiglia dovette trasferirsi per ragioni di lavoro a Tripoli. Papà Correra era impiegato all’allora Ministero della Marina. A quel tempo Domenico aveva otto anni.

La vocazione e la sua malattia

Poco prima della guerra, nel 1938, la famiglia Correra ritornò in Italia e, con tutte le difficoltà della situazione, Domenico finì il biennio della scuola superiore. Fu allora che, giovinetto, iniziò a frequentare la chiesa del “Gesù nuovo”. C’era anche padre Aramatisi, che insegnava al vicino liceo “A. Genovesi” e raccoglieva molti giovani intorno a sé. Correra diventò un congregato mariano e poi catechista.

Con padre Pisante, altro gesuita all’epoca attivo in chiesa con i giovani, cominciò a impegnarsi come volontario nell’attività chiamata “La domenica del fanciullo”, dopo la Messa, la domenica, appunto, si radunavano i ragazzini e si distribuivano loro derrate alimentari: cioccolata, biscotti, talvolta pure qualcosa da mandare a casa.

Nel frattempo Domenico aiutava anche la famiglia: lavorò, infatti, per circa un anno con gli americani; controllava le merci alle casse in un supermercato gestito dagli alleati e intanto, manteneva una vita cristiana intensa. Siamo nel 1945-1946 e il futuro gesuita maturava dentro di sé la scelta di una speciale consacrazione al Signore.

Un giorno, il fratello coadiuvatore, Sganga, che aveva sostituito padre Aramatisi, a bruciapelo gli chiese: “Vuoi fare il gesuita”? Non se lo fece ripetere Domenico. Accettò l’invito, dunque, malgrado questo significasse necessariamente colmare le lacune della sua formazione non classica, perché il percorso dei padri gesuiti, a differenza di quello diocesano, richiedeva la conoscenza del latino e del greco. Padre Correra desiderava, però, diventare proprio un gesuita, così gli fu concesso un anno di probandato, chiamato “anno propedeutico”, da svolgersi nella scuola apostolica di Vico Equense, anno durante il quale avrebbe recuperato lo studio delle discipline classiche insieme ai ginnasiali di 13-15 anni.

Domenico aveva 20 anni e nonostante ci fosse grande differenza d’età con gli altri ragazzi, non pensò di desistere dalla sua scelta.

Finito l’anno scolastico, tra il settembre e l’ottobre del 1947, la Compagnia di Gesù accettò Domenico Correra come novizio, così si trasferì nella casa di Vico Equense, dove in tutto stette cinque anni, poi fu trasferito a Cuneo. Era l’ottobre-novembre del 1951 e Domenico aveva 25 anni.

Qui durante una visita medica di routine, cui tutti i gesuiti erano sottoposti, a Domenico diagnosticarono la tbc.

Terminato l’anno scolastico, dunque, nel giugno del 1952, Domenico fu trasferito, all’età di 26 anni, a Posillipo poiché era ancora malato e rimase qui fino al novembre dello stesso anno. Durante questi cinque mesi fu operato due volte. Dopo quegli interventi, padre Correra ebbe una lunga degenza e, a causa di questa, arrivò un po’ in ritardo a Messina, dove fu mandato dalla Compagnia di Gesù affinché studiasse filosofia. Rimase qui tre anni. Dopo il Magistero, nel 1956, fu mandato a studiare teologia a Posillipo, lì seguì un corso regolare di studi di quattro anni.

Già dal 1954-55 aveva sperimentato dei lavori con le famiglie che lo avevano colpito favorevolmente e si stava indirizzando a fare qualcosa per loro. Correra ritornò successivamente al Gesù Nuovo a Napoli, aveva 36 anni.

Il Consultorio

Era l’autunno del 1962 e lo stanziamento di certi fondi aveva fatto pensare alla possibilità di aprire un Consultorio in città. Correra s’impegnò personalmente non solo ad organizzare una Segreteria, ma riprese gli studi per aggiornarsi ed approfondire gli argomenti e le discipline più utili ad un Consultorio familiare. E dunque si iscrisse alla facoltà di psicologia, successivamente si specializzò come psicoterapeuta rogersiano e studiò sessuologia. Volle entrare in contatto con tutte le Associazioni nazionali che mano a mano si fondavano in quegli anni ed in particolare, l’U.C.I.P.E.M. (Unione Consultori Prematrimoniali e matrimoniali) e l’A.I.C.C.eF. (Associazione dei Consulenti della Coppia e della Famiglia), cui ancora oggi, dopo 59 anni di attività il Novembre prossimo, il Consultorio “Centro La Famiglia” di Napoli è iscritto.

La sede del Consultorio è da sempre sita in via San Sebastiano, al numero 48/D, in locali che appartengono alla chiesa del Gesù. L’utenza del Consultorio è molto varia: certamente afferiscono persone di Napoli e provincia principalmente, ma non è raro che negli anni abbiano richiesto aiuto anche persone da fuori Regione. Non solo per provenienza territoriale, ma anche per estrazione socio-economica-culturale, l’utenza del Centro “La Famiglia” è sempre stata molto variegata. Con il tempo la nomea di Correra e del Centro si è consolidata ed è successo che si richiedesse l’aiuto di un determinato specialista, consulente o esperto, di cui si era già sentito parlare. Così come il passa-parola è stata la migliore pubblicità per la struttura. Gli utenti vengono divisi in donne e uomini (single) o coppie, a seconda del loro stato civile e in 59 anni hanno beneficiato di consulenze di vario tipo sono state circa 6070 tra le donne, circa 8390 tra le coppie e circa 3780 tra gli uomini.

Il primo approccio per chi chiede aiuto è rappresentato dal consulente della coppia e della famiglia o, più raramente, da un counselor. Se, anche usufruendo delle riunioni di Supervisione, ci si rende conto che è necessario un intervento più profondo, il Centro può contare sulla collaborazione di diversi psicologi e psicoterapeuti, che sono disponibili a prendere in carico la persona o la coppia. Se invece, l’intervento non prevede un approfondimento, bensì un aiuto di altro tipo specialistico, ci sono differenti figure che coadiuvano i consulenti familiari. Nel tempo si sono avvicendati dermatologi, ginecologi, epatologi, internisti, pediatri, sessuologi, ma anche avvocati rotali e non solo. Tutte queste figure si vedevano, in particolare nella vita pre-pandemica, una volta al mese per discutere di casi rispetto ai quali i consulenti chiedevano un confronto, ma senza dubbio pure per rinsaldare il loro senso di appartenenza alla struttura. Ci sono, infatti, degli esperti, della consulenza o specialisti, che frequentano e collaborano con il Centro “La Famiglia” da circa 50 anni!!

In verità anche durante questa pandemia la struttura, fondamentalmente chiusa al pubblico in presenza, ha attivato un servizio di ascolto prima e di consulenza a distanza poi, che viene incontro alle rinnovate esigenze del pubblico avvalendosi delle nuove tecnologie senza trascurare le tutele sulla privacy per chi chiede aiuto. Si utilizzano, però, i nuovi mezzi di comunicazione anche per mantenere un contatto, seppur a distanza, con i collaboratori dello stesso Consultorio.

Forse non è inutile precisare che chi chiede aiuto al Consultorio “Centro La Famiglia” di Napoli, primo Consultorio familiare dell’Italia meridionale, unica sede, dedicato a san Giuseppe Moscati, non si troverà davanti alcun tariffario. L’opera, così come l’ha voluta padre Correra, è stata ideata e fondata e portata avanti pensando a chi non avrebbe potuto e non può permettersi di pagare un onorario di professionisti che, per questo, offrono gratuitamente alla struttura il loro tempo e la loro dedizione.