
Vangelo in Salute, la Parola che Cura: Gesù appare sul lago di Tiberiade
4 Maggio 2025«Un fuoco acceso sulla spiaggia: Dio ci aspetta affamati, non perfetti»
Un Vangelo che sa di brace e pane caldo
Siamo alla terza domenica di Pasqua, e il Vangelo di Giovanni (21,1-19) ci restituisce una delle immagini più tenere, commoventi e paradossalmente provocatorie del Risorto: Gesù non appare in trionfo, ma come un cuoco sulla spiaggia.
Dopo notti di pesca infruttuosa, dopo giorni di dubbi e smarrimenti post-pasquali, i discepoli, tornati a fare quello che sapevano fare prima della chiamata, incontrano Gesù mentre prepara per loro pane e pesce su un fuoco di brace.
La Parola che cura, questa Domenica, non è quella di un maestro che corregge, ma quella di un amico che cucina. Non è la predica accigliata, ma il gesto silenzioso di chi nutre chi è stanco.
Una Chiesa dalle reti vuote e dallo sguardo spento
Questa pagina evangelica ha un potere diagnostico formidabile anche per la nostra Chiesa di oggi.
Non è forse vero che le nostre reti sono spesso vuote?
Non è forse vero che troppo spesso torniamo alle abitudini di sempre, ai soliti schemi pastorali, convinti di sapere come si pesca ma dimentichi della voce che ci ha chiamati a lasciare tutto?
Il clima che viviamo oggi è di attesa e di passaggio.
Con il cuore rivolto alla prossima elezione del nuovo Pontefice, la comunità ecclesiale mondiale è sospesa tra il “già” e il “non ancora”. Un conclave alle porte accende speranze e timori:
Chi guiderà Pietro?
Quale volto avrà la Chiesa di domani?
Quale direzione prenderà la barca di Pietro in un tempo di crisi, secolarizzazione e sfide etiche complesse?
Eppure il Vangelo oggi ci sussurra una verità semplice ma sovversiva: il futuro della Chiesa non si costruisce solo nei palazzi o nei sinodi, ma sulle rive della vita concreta, dove Cristo continua a preparare da mangiare ai suoi amici sfiduciati.
Papa Francesco e la “Chiesa ospedale da campo”
In questo scenario non possiamo non ricordare Papa Francesco, che proprio su questo Vangelo — e su questa immagine — ha costruito molto del suo magistero.
Una Chiesa “ospedale da campo”, diceva: che prima di pretendere di curare, deve saper sfamare, accogliere, riscaldare.
Una Chiesa che non giudica le reti vuote, ma incoraggia a gettarle di nuovo, con fiducia nella Parola.
Un Papa che ha insistito: “Preferisco una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze.”
Ecco perché questo brano evangelico è anche una provocazione per i cardinali che si apprestano a eleggere il successore di Pietro: