Una piccola, grande storia di vittoria sulla neoplasia

Una piccola, grande storia di vittoria sulla neoplasia

10 Novembre 2018 0 Di Mariagrazia Manna

Operata di tumore a Caserta ma costretta a spostarsi Marcianise per la diagnosi perché nell’ospedale del capoluogo mancano le necessarie apparecchiature diagnostiche.

Tra le storie dei Fiori d’Acciaio, vale a dire di quelle donne che hanno affrontato e vinto il cancro, ci sono anche quelle di donne che affrontano e vincono gli ostacoli creati purtroppo dalla disorganizzazione dello stesso sistema sanitario del nostro territorio.

Quando si parla di tumore al seno, le prime due parole, necessarie in prevenzione, sono ecografia e mammografia. Quando si parla di Caserta il primo luogo a cui si pensa per una cura adeguata è l’Azienda Ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano, dai più ritenuto azienda d’eccellenza sotto numerosi aspetti.

E, per la verità, grazie anche alle buone professionalità presenti, alcuni reparti garantiscono una buona assistenza.

A quanto pare però non per quanto riguarda la diagnostica, per la mancanza di apparecchiature: ecografo e mammografo dei quali, come ormai è noto a tutti, l’Ospedale di rilievo nazionale è mancante. Con buona pace dell’impegno profuso dalla Regione e dall’Asl di Caserta (si, proprio quella finita nel tritacarne de “Le Iene”) per sostenere una campagna di prevenzione, a trecentosessanta gradi, volta a contrastare i tumori.

A proposito di neoplasie e di prevenzione abbiamo pensato di attingere ad una testimonianza diretta di chi, proprio grazie alla scoperta tempestiva della neoplasia, ha potuto raccontarci la sua storia personale di vittoria sul cancro.

Anna Longobardi, apprezzata commerciante del capoluogo di Terra di Lavoro, è una tra le tante donne infatti che, grazie ad un’attenta attività di prevenzione, ha potuto curare in tempo quello che avrebbe potuto diventare una patologia mortale. Anna ha 59 anni, con alle spalle un tumore alla vescica sconfitto venti anni fa e, appena sei mesi fa, è stata operata di nuovo proprio nell’Azienda Ospedaliera, per un carcinoma duttale, maligno infiltrante.

“Ringrazio Dio per la campagna Nastro Rosa – ci dice ancora emozionata Anna – che ogni anno invita migliaia di donne al controllo e che ha saputo condurmi dalla visita preventiva all’intervento chirurgico, sempre sostenuta da uno staff di medici esperti e attenti. La mia storia inizia con una quadrectomia alla mammella destra ed una prima mammografia effettuata qui a Caserta nel Palazzo della Salute. In seconda istanza, su richiesta del dottor Rino Zullo, ho effettuato una più accurata ecografia nell’Ospedale di Marcianise dove viene utilizzato un sofisticato impianto ecografico di ultima generazione che meglio ha potuto evidenziare il mio problema. Dalla diagnosi all’operazione sono passati tre mesi nel corso dei quali sono stata completamente e accuratamente accertata e monitorata”.

La signora Anna all’inizio ha continuato il proprio percorso di indagini proprio all’Ospedale di Marcianise, unità di diagnostica generalmente riconosciuta come altamente operativa e, alla fine, per motivi personali, ha scelto di operarsi nell’Ospedale di Caserta, seguita dalle attente cure di Giampaolo Pitruzzella e Luigi De Lucia.

A distanza di sei mesi dall’intervento e dopo un ciclo di 30 giorni di radioterapie, il cancro maligno che l’aveva colpita è sconfitto, anche se adesso iniziano i numerosi e necessari controlli di routine. Tra questi anche la consueta ecografia e mammografia che nuovamente non potrà effettuare presso l’Azienda Ospedaliera e che dovrà ripetere però, sebbene operata da poco, in autonomia.

“Non è stato facile – conclude Anna – quello che più terrorizza non è nemmeno il tumore, è pensare alla difficoltà del percorso da intraprendere. Forse sono stata fortunata non lo so, le cure ricevute, nonostante le problematiche legate al percorso di indagini, mi hanno favorita. A seguito della mia esperienza, raccomando sempre a tutte le donne di fare prevenzione, il tempismo in questi casi è fondamentale e, proprio per questo, ho imposto alle mie figlie che ancora non hanno quarant’anni di sottoporsi a controlli sistematici”.