
Tumori pediatrici, disturbi alimentari e fumo: le fragilità sanitarie nel Rapporto Eurispes
30 Maggio 2025Oncologia pediatrica, disturbi della nutrizione e del comportamento alimentare e dipendenza da fumo: questi i tre fronti critici per la salute pubblica che il 37° Rapporto Italia dell’Eurispes mette a fuoco. Temi diversi, ma accomunati da un denominatore comune: la necessità di strategie nazionali coordinate, risorse adeguate e lotta alle disuguaglianze territoriali. I progressi della medicina hanno portato il tasso di sopravvivenza a cinque anni dei bambini con cancro da poco oltre il 70% (tra il 1989 e il 1993) a oltre l’80% nel decennio 2009-2017. Un miglioramento importante, frutto dell’evoluzione dei protocolli terapeutici e dell’attenzione crescente verso l’oncologia pediatrica. Tuttavia, il Rapporto Eurispes denuncia una persistente diseguaglianza territoriale nell’accesso alle cure: molte famiglie del Sud e delle Isole sono costrette a migrare verso i centri d’eccellenza del Nord, affrontando disagi, spese e frammentazione del supporto sociale. Il report sottolinea anche il bisogno di un percorso strutturato di accompagnamento dei piccoli pazienti e delle loro famiglie, orientato al reinserimento sociale e scolastico. Il carico dell’assistenza grava spesso sulle donne, caregiver principali, e il ruolo delle associazioni territoriali del Terzo settore diventa cruciale per colmare i vuoti lasciati dalle istituzioni.
Anoressia, bulimia, binge eating disorder e altri disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (Dna) colpiscono oltre 3 milioni di persone in Italia, con un’età di esordio sempre più precoce — anche sotto i 9 anni — e un’incidenza in crescita tra uomini e over 40. Il Rapporto Eurispes denuncia un sistema sanitario impreparato ad affrontare quella che definisce “una delle sfide sanitarie e sociali più complesse e trasversali del nostro tempo”. La frammentazione territoriale dei servizi, la carenza di personale specializzato e lo stigma culturale e medico impediscono diagnosi precoci e continuità terapeutica. Eppure, il costo sociale ed economico dei Dna è enorme: oltre 30 miliardi di euro l’anno, pari a circa 2 punti di Pil. L’istituto chiede un Piano nazionale, un Registro dei Dna, nuovi centri pubblici multidisciplinari e investimenti strutturali nella formazione degli operatori sanitari e scolastici.
Nonostante il calo della prevalenza dal 30% del 2008 al 24% attuale, la percentuale dei fumatori in Italia fatica a ridursi ulteriormente. La maggioranza dei fumatori non ha mai provato a smettere e quasi il 90% non intende farlo a breve. Solo una minoranza si è rivolta a centri antifumo o ha ricevuto supporto medico.
Tuttavia, oltre la metà dei fumatori si dice disposta a passare a prodotti potenzialmente meno dannosi, come sigarette elettroniche o dispositivi a tabacco riscaldato, se informata sui minori rischi. E più di due terzi del campione ritiene che lo Stato dovrebbe incentivare il passaggio a tali prodotti se supportati da evidenze scientifiche. Il 67% è contrario a divieti rigidi come quelli introdotti all’aperto a Milano e Torino, ritenuti poco efficaci. L’Eurispes lancia un appello alle istituzioni: serve una strategia sanitaria nazionale più omogenea e integrata, capace di colmare i divari territoriali e investire in prevenzione, formazione e presa in carico personalizzata. Oncologia pediatrica, Dna e fumo non sono compartimenti stagni, ma sintomi di una fragilità strutturale del nostro sistema di cura, che richiede visione, coordinamento e risorse.