Smog, qualità dell’aria pessima in 26 città italiane nei primi tre mesi del 2025

Smog, qualità dell’aria pessima in 26 città italiane nei primi tre mesi del 2025

2 Maggio 2025 Off Di La Redazione

L’inquinamento atmosferico in Italia ha raggiunto livelli allarmanti in 26 città, con una situazione sanitaria sempre più grave e diffusa. È l’allarme che arriva dai dati diffusi da ISDE Italia (Associazione Italiana Medici per l’Ambiente) e dall’Osservatorio mobilità urbana sostenibile. A preoccupare maggiormente sono le polveri sottili (PM10 e PM2,5) e il biossido di azoto (NO₂), che hanno superato con largo anticipo i limiti stabiliti sia dalla normativa europea che dalle linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).

Il report, basato sulle rilevazioni Arpa/Appa, evidenzia come le maggiori criticità per le PM10 si concentrino nella Pianura Padana, con città come Milano, Torino, Modena e Padova che hanno già oltrepassato il numero massimo di superamenti consentiti dalla Direttiva europea 2024/2881. Per quanto riguarda il biossido di azoto, invece, emergono valori elevati anche in città del Sud Italia, dove influiscono la mobilità urbana caotica e, nelle aree portuali, il traffico navale. “Nel primo trimestre dell’anno, in alcune aree urbane come Torino Rebaudengo non si è registrato neanche un giorno al di sotto dei limiti di sicurezza”, spiegano gli esperti. Le medie giornaliere raccolte nelle 26 città coinvolte mostrano che in 23 di esse è già stato superato il limite annuale di superamenti previsti dall’Oms per le PM10 (solo 3-4 volte l’anno). A Milano e Vicenza, due stazioni hanno già raggiunto concentrazioni oltre i 40 µg/m³, mentre tutte le stazioni monitorate superano il limite Oms di 15 µg/m³. La situazione non migliora con le PM2,5: otto città – tra cui Padova, Brescia e Bergamo – superano i 25 µg/m³, limite massimo previsto dalla normativa attuale. Solo Cagliari rimane sotto la soglia di 10 µg/m³ prevista dalla nuova Direttiva europea, ma tutte le città monitorate superano ampiamente i 5 µg/m³ indicati dall’Oms per tutelare la salute.

Secondo l’Oms, l’inquinamento atmosferico provoca oltre 7 milioni di morti premature all’anno nel mondo. Solo in Italia, l’Agenzia europea dell’ambiente stima decine di migliaia di decessi annui attribuibili all’aria inquinata. “Parliamo – affermano Roberto Romizi e Paolo Bortolotti di ISDE – di un’emergenza sanitaria. L’esposizione continua all’inquinamento non solo aggrava malattie respiratorie e cardiovascolari, ma è legata anche a disturbi neurodegenerativi, problemi riproduttivi e alterazioni nello sviluppo infantile”. Il messaggio degli esperti è inequivocabile: “Non possiamo più permetterci esitazioni. Servono politiche più ambiziose e urgenti per ridurre le emissioni, allinearsi ai limiti Oms e investire seriamente nella mobilità sostenibile e nella transizione energetica”.
Fabrizio Bianchi, epidemiologo ambientale del CNR di Pisa, sottolinea un altro aspetto chiave: “La salute pubblica si indebolisce progressivamente con l’accumularsi dell’esposizione. La vulnerabilità delle comunità è in costante crescita”.

Nel Sud, sulla liste nera, ma questa volta di legambiente, finiscono Napoli , Palermo e Catania.