Simone Gubernati: “La forza di volontà è tutto nello sport e nella vita”

Simone Gubernati: “La forza di volontà è tutto nello sport e nella vita”

21 Novembre 2022 0 Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

Oggi parliamo di Covid, sport e salute con: Simone Gubernati.

  • Personal Trainer Livello 1-2 CONI/ACSI*
  •  Elite Personal Livello 2-3-4 REPS/CIMSPA*
  •  Certificato Referente Sportivo a Medico di base Livello 3*
  •  Atleta Bodybuilding dal 2013 Team Specter*

La fase pandemica più acuta sembra essere oramai alle spalle anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli. Come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport? Come ha gestito la paura del contagio ed il disagio legato alle severe misure restrittive?

Credo che non solo nel bodybuilding, ma nello sport in generale, ci viene insegnato che ogni momento è un’occasione in più per migliorarsi, per, come si dice spesso, diventare la parte migliore di noi stessi.

Durante la fase pandemica ho cercato in tutti i modi di mantenere, nel limite del possibile, la mia forma fisica, dando attenzione alle calorie introdotte e tendendo un leggero deficit calorico (data la minima quantità di passi giornalieri e il minor dispendio energetico), e preso vantaggio del tempo che avevo in più durante le giornate per affrontare temi che durante la vita di tutti i giorni mi veniva difficile approcciare. Ho imparato la meditazione, la corretta respirazione, iniziato ad imparare l’importanza delle docce fredde e bagni nel ghiaccio, tutte pratiche che sapevo mi avrebbero dato beneficio quando le restrizioni sarebbero terminate. La paura del contagio era certamente minima, facendo in modo di mantenere corpo e mente forti, e applicando le precauzioni che spesso ci hanno indicato, i rischi di contagio erano sicuramente minimizzati, forse questa la ragione per non avere mai sperimentato il covid sul mio corpo.

Insieme alle restrizioni i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni allo sport, soprattutto a quello, cosiddetto, minore. Cosa è successo, in particolare, nella sua specialità?

Nel mondo del bodybuilding, specialmente il primo anno di restrizioni, la parte più difficile è stata quella di non poter gareggiare. Per tanti atleti che si preparavano ad una stagione agonistica per quasi un anno, è stato un duro colpo accettare che mesi di dieta e duri allenamenti sarebbero andati in fumo. Le palestre chiuse hanno contribuito al disagio, solo in pochi sono riusciti ad attrezzarsi in casa e mantenere gli allenamenti. Io, vivendo e lavorando a Londra come Personal Trainer, ho “rimbalzato” tra Italia e Inghilterra, sicuramente viaggiare è stato molto difficile, ma mi ha permesso di mantenere gli allenamenti avendo una home gym in Italia.

Chi è stato a spingerla all’attività agonistica? o si è trattato di una folgorazione magari guardando ai modelli dei grandi campioni?

Da quando sono bambino ho sempre gareggiato, a 7 anni la prima gara di arti marziali, e da lì è iniziata la voglia di mettermi in competizione contro gli altri, ma soprattutto contro me stesso. All’età di 17 anni, entrando nella prima sala pesi, mi sono imbattuto in quello che è poi diventato il mio primo allenatore, dopo 7 mesi la prima competizione ai campionati italiani NBFI. Senza dubbio ho vari amici e atleti che mi ispirano, e cerco di fare lo stesso ispirando i ragazzi che alleno. Al momento io e il mio attuale Coach, Mattia Agostinelli, e il mio coach tecnico Angelo D’Alessandro, stiamo preparando la mia prossima stagione agonistica nel 2024, saranno necessari questi 2 anni per aumentare al meglio possibile la qualità muscolare.

Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?

Oh man (come dicono qua), la forza di volontà è quasi tutto nello sport, in generale nella vita. Tanti confondono la motivazione con la disciplina. La motivazione sta dalla nostra parte poche volte, quando la sera prima hanno dato in prima serata Rocky III, e il giorno seguente siamo pronti a “spaccare tutto” in sala pesi. Ma Rocky III non viene dato tutte le sere, a volte danno un triste “c’è posta per te”, non sarai per nulla motivato, ma è lì che entra in azione la disciplina, quel motore che ti fa svolgere una determinata azione, con la consapevolezza che porterà al risultato tanto ambito.

In ogni sport vale questo concetto, è difficile che piaccia andare sul ring e prendere (e dare) pugni, ma lo si fa per il risultato a cui questo porterà, per l’adrenalina che ci mantiene vivi. È altrettanto difficile che piaccia andare in palestra e muovere centinaia di kili da un punto A ad un punto B, ma lo si fa per il risultato a cui quel determinato gesto porterà. Quando poi quel gesto porterà ad un risultato sostanziale, che sia performante o estetico, questo renderà la persona “greedy”, avara, di ripetere quel gesto per avere sempre di più. Bisogna essere pazienti, dicono che sono necessari 21 giorni perché la nostra mente si abitui a rendere un’azione un’abitudine, sono d’accordo, lo sport deve essere un’abitudine, e ancora mi chiedo come si possa vivere una vita senza. Lo facciamo per noi, per nessun’altro. Tempo, il tempo è il fattore numero uno nel bodybuilding. Durante questo tempo ci va una grande dose di costanza, dedizione, curiosità, passione, amore.

Se dovesse dare qualche “consiglio utile” ai ragazzi che si avvicinano alla sua specialità, cosa suggerirebbe?

Il mio più grande consiglio è di, sicuramente affidarsi ad un esperto, e fidarsi di quella persona. Si, certamente è importante continuare ad informarsi ed imparare anche da altri, ma affidandosi al proprio allenatore, si crescerà insieme, e solo lì si scoprirà la parte migliore di noi stessi. Il bodybuilding va approcciato combinando sostenibilità e serietà. Non serve andare la sera al ristorante con il bilancino, ma è importante durante la giornata avere piena consapevolezza di cosa si sta introducendo nel proprio corpo.

Non serve chiudere i rapporti sociali con chi non svolge la nostra disciplina, ma è importante entrare in palestra, lasciare il telefono il più lontano possibile, e mettere il massimo dell’impegno nel nostro allenamento. Come detto, il tempo è il fattore principale, date il tempo al vostro corpo di adattarsi agli stimoli, rispettatelo, prendetevene cura, è il luogo nel quale vivremo per il resto della nostra vita!