Settimana mondiale dell’allattamento al seno

Settimana mondiale dell’allattamento al seno

7 Ottobre 2019 0 Di Carlo Alfaro*

L’Uicef ha ricordato che da una ricerca condotta relativamente al 2018 è emerso che, nel mondo, solo poco più del 40% dei bambini sotto i 6 mesi è allattato esclusivamente al seno.

Anche l’Unità materno-infantile del Distretto 53 dell’Asl napoli3sud ha partecipato, con un evento corale che ha visto impegnati la responsabile dei Corsi di accompagnamento alla nascita del Consultorio familiare di Castellammare, Nilde Pappalardo, il pediatra Carlo Alfaro e l’attrice e autrice Maia Salvato, alla Settimana Mondiale dell’Allattamento al seno (1-7 ottobre) che ha visto dispiegarsi in tutt’Italia una maratona di iniziative, tra cui flash mob, conferenze e attività informative, al fine di aumentare la consapevolezza sull’importanza dell’allattamento materno. Il tema di quest’anno della Settimana, organizzata a livello mondiale dalla World Alliance for Breastfeeding Action (Alleanza mondiale per interventi a favore dell’allattamento) e coordinata in Italia dal Movimento per l’allattamento materno Italiano (MAMI), è “Potere ai genitori per favorire l’allattamento”, a sottolineare che spetta ai genitori essere informati, consapevoli e motivati circa l’allattamento al seno. Il latte materno, ricorda l’Organizzazione Mondiale della Sanità, è la scelta migliore per il neonato, ideale per la sua crescita, sviluppo e salute.

L’OMS raccomanda l’allattamento esclusivo al seno per i primi 6 mesi di vita, seguito da un allattamento al seno complementare fino ai 2 anni e oltre. L’Unicef, in occasione della Settimana Mondiale dell’Allattamento Materno, ha ricordato che nel 2018 solo poco più del 40% dei bambini sotto i 6 mesi nel mondo è allattato esclusivamente. Aumentare i tassi di allattamento nel mondo potrebbe prevenire ogni anno le morti di 823.000 bambini sotto i 5 anni e di 20.000 madri per cancro al seno. Nonostante il latte formulato abbia raggiunto attualmente degli standard molto elevati di qualità, portandosi, grazie alle continue ricerche e alle moderne tecnologie, ad una composizione sempre più simile al latte materno, il latte umano resta ineguagliabile grazie anche alla presenza di cellule vive: cellule immunitarie, cellule staminali, batteri, che lo rendono un fluido dinamico e vivo.

Le cellule immunitarie materne forniscono al neonato un importante supporto allo sviluppo del sistema immunitario, proteggendolo dalle infezioni, mentre le cellule staminali multipotenti, rilasciate in grande quantità nel latte, attraversano la barriera intestinale, entrano nel torrente ematico e si distribuiscono nei vari organi del neonato, integrandosi con le sue cellule originarie, e superano persino la barriera ematoencefalica, per raggiungere il cervello. Si ritiene che le cellule staminali materne fungano da guida, potenziamento e accelerazione dello sviluppo ottimale dei vari organi del neonato, cosa ancora più importante per i prematuri e immaturi. Infine, il microbiota del latte materno viene selezionato dalla ghiandola mammaria durante la gravidanza, per poi poter fornire al lattante tutti quei batteri indispensabili alla creazione di una comunità microbica ottimale nell’intestino, la cui funzionalità è necessaria alla sintesi di molteplici vitamine che le cellule umane non possono sintetizzare, la degradazione di fibre indigeribili in grassi a catena corta digeribili, lo sviluppo di una efficace barriera intestinale, lo sviluppo del sistema immunitario, il contrasto ai germi patogeni.

I microbi della flora intestinale materna durante la gravidanza vengono trasportati dalle cellule dendritiche nel sangue fino alla ghiandola ghiandola mammaria, per poi essere veicolati attraverso il latte nell’intestino del neonato. Si ritiene oggi che le cellule umane e batteriche trasmesse dal latte materno costituiscano un fattore importante nel programmare la resistenza alle malattie nella vita adulta. Il latte materno crea continuità nel rapporto biologico madre/figlio che non si interrompe con il parto ma prosegue, grazie alla trasmissione di cellule materne e batteri intestinali, per tutta la vita.