Screening oncologici, dati falsati

Screening oncologici, dati falsati

24 Novembre 2018 0 Di Mariagrazia Manna

Una carenza informatica ha portato a conteggiare meno adesioni di quelle realmente effettuate. Grazie alle immunoterapie maggiori possibilità di sopravvivenza e diagnosi più accurate grazie alla tomosintesi.

Michelino De Laurentiis

I casi di neoplasie in tutto il Paese sono in crescita ma, complessivamente, aumenta l’efficacia degli interventiterapeutici.In Campania sono circa 3.650 i nuovi casi di tumore al seno diagnosticati ogni anno, ma l’adesione agli screening oncologici è ben lontana dall’essere soddisfacente.

La Campania, tuttavia, potrebbe riscoprirsi in una posizione migliore di quanto non attesti l’ultima rilevazione ministeriale. Esiste infatti un “bug” del sistema informatico regionale deputato alla confluenza dei dati dalle varie strutture sanitarie, e quindi moltissimi esami che di fatto vengono eseguiti in realtà non vengono assolutamente conteggiati nella valutazione delle adesioni.

E’ questa una delle incredibili realtà emerse nel corso di un incontro che ha coinvolto i massimi esperti del campo tra i quali Carlo Varelli, Giacomo Cartenì, Michelino De Laurentiis, Mario Fusco, Orlando Catalano, Umberto Ferbo, Gianfranco De Dominicis, Marco Varelli, Matilde Pensabene, Martino Trunfio, Massimiliano D’Aiuto, Roberto D’Alessio, Achille Aveta, e Ferdinando Riccardi.

Un’incredibile svista che nei decenni passati non è mai stata notata, ma che ora potrebbe far fare alla Campania un saltò improvviso. La notizia è venuta fuori nel corso dell’incontro dedicato a “attualità in senologia: dalla diagnostica alla terapia.

Opinion Leader a confronto”. L’anello mancante nella catena di rilevazione dei dati è legato all’attività diagnostica di strutture private, (accreditate e non), che realizzano ogni anno migliaia di esami per intercettare precocemente i tumori. Migliaia di esami i cui risultati non confluiscono nel sistema di raccolta regionale. Cittadini che fanno prevenzione primaria, spesso anche utilizzando i fondi del sistema sanitario regionale, che semplicemente spariscono. Per il sistema sanitario nazionale dei veri e propri “fantasmi”.

Colmare questo gap farebbe guadagnare alla Campania punti nelle griglie Lea in un sol colpo, restituendo una situazione ben più reale di quella che attualmente viene dipinta nelle statistiche. Per gli esperti ciò non vuol dire che non serva ancora un grosso sforzo sulle campagne di screening, ma che esiste una quota di cittadini, sensibile alla prevenzione, che al momento non viene considerata.