
Sclerosi multipla, Sin: una nuova era nella diagnosi
2 Giugno 2025Nuovi criteri diagnostici, strumenti predittivi avanzati e terapie sempre più precoci e personalizzate. È questo lo scenario che si apre per la sclerosi multipla (Sm), secondo la Società italiana di neurologia (Sin), che in occasione della Giornata mondiale rilancia un appello: “Siamo davanti a una svolta scientifica e clinica. Serve ora una responsabilità condivisa per tradurla in cambiamento reale”.
Con oltre 137.000 persone colpite in Italia, la Sclerosi Multipla è oggi una delle patologie neurologiche a maggior impatto, colpendo soprattutto giovani adulti e donne. La Sin segnala che il 2025 rappresenta un punto di svolta grazie all’introduzione, frutto di una collaborazione internazionale, di nuovi criteri diagnostici e classificativi basati su solide evidenze cliniche e biologiche.
«I nuovi strumenti ci consentono di riconoscere la malattia molto prima, modificando la traiettoria della Sclerosi Multipla già dalle fasi iniziali», spiega il Prof. Claudio Gasperini, coordinatore del Gruppo di Studio Sm della Sin. L’obiettivo è chiaro: anticipare la diagnosi, personalizzare gli interventi e avviare terapie in grado di incidere precocemente sul decorso clinico.
Il nuovo approccio non è solo diagnostico, ma assistenziale e sistemico: si passa da un modello reattivo, centrato sulla gestione dei sintomi, a un paradigma proattivo, predittivo e personalizzato, basato su tecnologie di imaging avanzato, biomarcatori e intelligenza artificiale.
Ma l’innovazione scientifica, avverte la Sin, non basta. È necessario che il sistema sanitario sia messo nelle condizioni di recepire e implementare questi cambiamenti. Da qui l’appello diretto alle Istituzioni: aggiornare i PDTA, investire nella formazione specialistica, potenziare i centri di riferimento e garantire accesso omogeneo alle terapie innovative.
«Abbiamo bisogno di un’alleanza stabile tra comunità scientifica, decisori pubblici e società civile», sottolinea Gasperini. «Ogni innovazione diagnostica o terapeutica deve diventare un diritto esigibile per chi vive con la SM».
Il Presidente della Sin, Prof. Alessandro Padovani, conclude: «La scienza ci offre oggi strumenti straordinari. Ma solo una visione condivisa e responsabile può trasformare l’avanzamento clinico in equità di cura e qualità di vita per tutte le persone con Sm. Non basta scoprire: occorre garantire».