Sanità campana, crisi di risorse e di personale

Sanità campana, crisi di risorse e di personale

13 Giugno 2023 Off Di Salvatore Stabile*

Sono anni che la sanità campana vive situazioni di particolare difficoltà. Difficoltà derivanti dall’inadeguatezza delle risorse attribuite dal Fondo sanitario nazionale ma anche da una cattiva gestione che spinse il Governo centrale a decretare il commissariamento del Sistema sanitario regionale della Campania con il blocco delle assunzioni del personale.

A conti fatti, il rimedio si è rivelato peggiore del male perché se è vero che la gestione commissariale ha fermato l’emorragia è anche vero che il risparmio è derivato, in buona sostanza, dal blocco delle assunzioni. Un blocco che ha determinato una carenza assistenziale senza precedenti e l’arruolamento di personale precario che ancora oggi rappresenta uno dei nervi scoperti del Sistema assistenziale campano.

Per fotografare la reale situazione della sanità campana non basterebbero libri, figurarsi questo mio modesto intervento. Pure, qualche considerazione va fatta per fare il punto su di un sistema in declino che comunque – con garanzie di livello costituzionale, articolo 32: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge” – resta, se ben organizzato e gestito, il migliore sistema assistenziale del mondo.

Due i problemi di fondo di cui abbiamo già accennato posti all’origine dei mali della sanità campana: la carenza delle risorse disponibili; la carenza di personale sanitario. Sul primo punto – sollevato per la prima volta dall’allora assessore regionale alla sanità Angelo Montemarano e ribadito dai tutti i suo successori al ramo, governatori-assessori compresi – c’è da dire che effettivamente il criterio di attribuzione di maggiori risorse ancorato al solo criterio della popolazione anziana residente e non contemperato da quello sulle difficoltà sociali dei cittadini residenti finisce per penalizzare la regione Campania che è regione giovane: oltre cento euro pro capire di differenza, ad esempio, fra un cittadino campano e uno ligure.

A questo si aggiunge il problema del personale per cui ancora oggi si assiste a turni di lavoro massacrante che non riescono ad assicurare i “Livelli essenziali di assistenza”. Non è un  caso che la Campania, nonostante le mirabolanti promesse di De Luca, è scivolata all’ultimo posto della classifica in relazione proprio ai Lea.

Questo il quadro, abbastanza desolante, dal quale però bisogna fare ogni sforzo per uscire.

 

*Segretario Campania Fials