“Ruggi”, Cgil-Fp Salerno: programmare meglio per superare la crisi del pronto soccorso

“Ruggi”, Cgil-Fp Salerno: programmare meglio per superare la crisi del pronto soccorso

25 Gennaio 2024 Off Di La Redazione

Il confronto di merito sulla situazione in Pronto soccorso dell’Azienda Ospedaliera Universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” risulta oggi più che mai necessario, al fine di giungere ad una programmazione delle attività e dei percorsi interni che abbia come obiettivo la riduzione del sovraffollamento e il miglioramento delle attività della struttura. Risulta evidente che lo stazionamento dei pazienti per più giorni, in attesa di ricovero, e il numero degli stessi, sono in palese contrasto ad ogni normativa di sicurezza negli ambienti di lavoro, nonché sono un serio pericolo per la buona riuscita degli interventi di cura di cui i pazienti necessitano quando arrivano in Pronto soccorso. Così dichiara, in una nota Antonio Capezzuto,  segretario generale della Fp Cgil Salerno.
È ben evidente che le statistiche dimostrano che il tasso di mortalità risulta in aumento (oltre il 30 per cento) nei casi di sovraffollamento delle strutture di emergenza/urgenza, e allo stesso tempo risultano crescere anche i casi di errori, morti inattese, e ritardo nel riconoscimento e nel trattamento di condizioni a elevato rischio evolutivo. Quanto si sta determinando presso il Pronto soccorso di codesta Azienda necessita a nostro avviso di un intervento straordinario, in termini di reclutamento di personale, in particolare di figure quali Cps infermiere e Oss, in maniera tale da riuscire a garantire una turnistica adeguata agli alti standard assistenziali richiesti e che possa rispondere anche ad una gestione ottimale del personale in termini di carichi di lavoro e stress correlato. Allo stesso tempo è evidente che ad oggi non risultano essere avvenuti cambiamenti di natura strutturale che potrebbero consentire una diversa e migliore gestione dei pazienti – prosegue.
Di seguito si elencano alcune questioni sulle quali poter aprire una riflessione:
• Attivazione di una lungodegenza, tenuto conto del fatto che molti pazienti in stazionamento
presso il Pronto soccorso sono anziani e con patologie croniche gravi e non curabili. La struttura dovrebbe essere governata con una turnistica di natura interdipartimentale, per decongestionare lo stazionamento e liberare parte dei posti in barella.
• Definizione di un numero preordinato di posti letto, di area medica  e chirurgica, quotidianamente a disposizione del Pronto soccorso, al fine di assicurare le esigenze ordinarie di ricovero urgente di tale servizio.
• Pianificazione di un numero di dimissioni medio pari al bisogno quotidiano del Pronto soccorso,
anche attraverso il monitoraggio della durata di degenza dei pazienti.
• Adozione di specifiche procedure organizzative aziendali e interaziendali che garantiscano il
rapido back transfer dei pazienti dai centri hub di riferimento ai centri spoke, con l’obiettivo prioritario di decongestionare i centri a maggior afflusso di pazienti.
• Definizione di percorsi ambulatoriali post-Pronto soccorso per la presa in carico del paziente al fine di garantire una dimissione sicura e una minore percentuale di reingressi in Pronto soccorso.
• Istituzione della stanza/area di ricovero “Admission room”, area dell’ospedale dedicata ai
pazienti in attesa di ricovero, terminato il percorso di emergenza/urgenza.
• Istituzione della stanza/area “Discharge room” per favorire il flusso in uscita dalla struttura
ospedaliera con lo scopo di accogliere i pazienti in attesa di dimissione e provenienti dal Ps in un
ambiente sicuro con personale infermieristico e di supporto, tale da provvedere ad una continuità delle cure fino all’arrivo del trasporto verso casa, ospedali o case di riposo, in modo tale da permettere a infermieri e medici del Pronto soccorso di accogliere in maniera
efficiente ed efficace i pazienti più bisognosi.
Con questi interventi si ribadisce che l’attività dei Pronto soccorso non è avulsa da quella più generale della struttura ospedaliera, ma viceversa è inserita in una logica organizzativa che coinvolge e deve vedere partecipi tutti i reparti. Si tratta di un percorso dove è fondamentale reperire la disponibilità dei posti letto in modo da ottimizzare l’organizzazione ospedaliera generale, i tempi di attesa e tutta l’attività di medici e infermieri. Per arrivare a questi obiettivi, oltre al confronto odierno, potrebbero essere necessarie nuove figure gestionali e un nucleo aziendale che si dedicheranno all’analisi, alla gestione e alla programmazione dei ricoveri di area medica, con obiettivi ben precisi e da perseguire – conclude Capezzuto.