Roberto Bongiorno, l’amore vince la paura

Roberto Bongiorno, l’amore vince la paura

30 Gennaio 2021 0 Di Anna Mozzi e Pasquale Maria Sansone

 

La pallavolo non è meno fisica del rugby, non è meno muscolare della pallanuoto, non è meno diretta del pugilato, non è meno bombarola e bombardiera del basket, non è meno intelligente della vela, non è meno geniale degli scacchi, non è meno di nessun altro sport, ma di più, molto di più, perché dentro c’è tutto, gambe e testa, cuore e fegato, polpastrelli e alluci, e poi responsabilità, coscienza, strategia, coraggio, e una voglia illimitata, bollente, focosa, cocente, incendiaria.
(Ivan Zaytsev e Marco Pastonesi) .

Il Volley, come gli altri sport di squadra, rappresenta un’importante scuola di vita per tanti ragazzi, insegnando loro a cooperare, condividere, mediare per raggiungere un risultato.

Il Covid-19 costringe tutti al distanziamento sociale e per i più giovani è una vera tragedia. Quanti ragazzi saranno, purtroppo, segnati da questo incredibile e nefasto fatto epocale.

Di questo parliamo con un pallavolista di lungo corso.

Roberto Bongiorno ha iniziato a giocare a pallavolo nell’anno 2011 nel Selci Sansepolcro (AR) per 4 stagioni consecutive in Serie C. Nel 2014 è stato inserito nella preparazione della squadra di serie A1, Altotevere Volley, e ha conseguito il campionato di Serie C. Nello stesso anno ha partecipato alla Junior League under 19 con un 7° posto a livello Nazionale.

Nella stagione 2015- 2016 è a Città di Castello (PG) in serie B2. Nella stagione 2016- 2017 a Montorio al Vomano (TE) in serie B.

Nella stagione 2017- 2018 a Terni (TR) in serie B. Nella stagione 2018- 2019 a Cosenza (CS) in serie B. Nella stagione 2019- 2020 a Cuorgnè (TO) in serie B per poi trasferirsi da Febbraio a Sarroch (CA) in serie B fino ad interruzione campionato causa Covid. In questa stagione 2020- 2021 ad Aversa (CE) in serie A3.

Come ha vissuto e vive Roberto Bongiorno la paura del contagio ed il disagio legato alle indispensabili misure restrittive legate alla pandemia?

Innanzitutto colgo l’occasione per ringraziare i curatori di questa rubrica per l’opportunità di questa intervista legata ad una tematica d’attualità tenuta molto in considerazione di questi tempi. Una tematica che noi tutti ci siamo trovati ad affrontare oramai da un anno e che ha cambiato inevitabilmente le nostre Vite. Di contro, ritornando alla domanda, credo che ringrazierò questa situazione perché mi ha fatto crescere da un punto di vista della informazione, della cultura ma, in primis, da un punto di vista personale; credo fermamente che ciò che capita nella nostra Vita non sia un caso e bisogna sempre comprendere i messaggi che l’Universo ci manda. Credo appunto che quest’intervista possa essere d’aiuto per qualcuno che in questo periodo si è trovato come smarrito e abbandonato. Io, se posso portare la mia testimonianza, da un anno a questa parte credo di più nell’amore. Credo nell’amore perché è il sentimento che annulla l’emozione negativa della paura. La paura è legata ad un’esperienza, perlopiù negativa; l’amore in contrapposizione emana vibrazioni positive e quindi, legata fortemente all’istinto. Noi spesso ci facciamo guidare dalla mente (che appunto ci “mente”) negando lo spazio all’amore che viene dal nostro cuore, dal nostro IO più profondo, ciò che ci tiene vivi. La paura inoltre ci annienta, ci fa morire dentro. Io non ho avuto paura come non ce l’ho tutt’ora, perché appunto credo nella forza dell’amore e proprio per questo sono convinto che invece di distanziarsi e continuare ad allontanarci, bisognerebbe unirci e stare più a contatto possibile per rafforzare il nostro sistema immunitario e il nostro cuore. Lo Sport è l’esempio calzante di questo, soprattutto per uno sport di gruppo come la pallavolo che io pratico. Quando una squadra si fa dominare dalla paura è smarrita e perde, quando prevale l’amore ed è unita vince.

Quanto lo Sport La ha aiutata ad affrontare questa drammatica situazione?

Lo Sport e in particolare la pallavolo è stato uno degli strumenti fondamentali per il mio cambiamento di Vita, ancor prima di questa situazione. Lo Sport per me è Vita, è la mia priorità, è ciò che mi fa sentire vivo, mi emoziona, quello che succede in quel rettangolo di gioco non è facile da descrivere e bisognerebbe davvero darsi l’opportunità di accedere a questo mondo per capirmi, da fuori si capta qualcosa che coinvolge ma non si comprende fino in fondo. Io lo sento dentro, è una parte di me e tutto ciò che di negativo arriva dall’esterno e può intralciare il mio percorso rimbalza perché non attecchisce e trova spazio nella mia Vita. Io ringrazio me stesso per essermi dato l’opportunità di avvicinarmi e poi di conseguenza vivere questo mondo perché davvero mi ha permesso di migliorare la mia Vita

Lei ha iniziato molto giovane la carriera pallavolistica, quanto segnerà le giovani generazioni l’attuale crisi pandemica?

Ho iniziato relativamente giovane, avevo comunque già compiuto 15 anni, e in questo sport può essere già tardi. Ma visto che ci sono stati già campioni che pur non iniziando in giovanissima età sono comunque riusciti a bruciare le tappe, posso dire e affermare che non è mai troppo tardi per credere ai propri Sogni. Per quanto riguarda l’evoluzione delle generazioni, l’attuale situazione può avere doppio risvolto in quanto è tutto rapportato al contesto in cui crescono questi ragazzi, purtroppo o per fortuna; se crescono in un contesto di paura si troveranno non solo ad avere difficoltà nel relazionarsi alla pallavolo come mondo sportivo, ma anche ad un contesto sociale che può essere quello della scuola oppure proprio nella Vita di tutti i giorni, perché avranno paura appunto di vivere l’ambiente con tutti i pensieri e le preoccupazioni del caso. Invece se crescono in un contesto d’amore sarà tutto come è sempre stato, se non meglio, e così sarà anche per il mondo dello Sport perché ci sarà più unione e condivisione tra i ragazzi, e la pallavolo abbonda di questi valori meravigliosi. 

Cosa  rappresenta per Lei  il Volley?

Bellissima domanda alla quale in parte ho già risposto  ma starei ore a parlarne perché davvero mi affascina. Per me il Volley è un qualcosa che io definisco come un mondo, un mondo meraviglioso. Un contesto in cui sei ben voluto e accolto sin dal primo istante e preso in considerazione perché ogni componente della squadra conta e può essere d’aiuto al compagno. Un contesto in cui puoi vedere aggregazione e non competizione; diversità di genere, razza, etnia, religione ma non di divisione sociale ed etica. Credo l’unico Sport che sin da piccolini aggrega tutti, maschi & femmine. Uno Sport in cui sei obbligato a passarti il pallone. Uno Sport in cui anche se il compagno è in difficoltà gli altri possono aiutarlo e sostenerlo, anche all’interno della stessa azione di gioco. Uno sport in cui non solo è richiesta una grande capacità di riflessi in quanto il pallone viaggia veloce ma anche di stimoli intellettivi e di risposta rapidi per pensare alla miglior soluzione ad una determinata situazione che ti aiuta a vincere. Uno Sport in cui hai per forza di cose bisogno del compagno affianco a te e in cui la fiducia recita un ruolo fondamentale se vuoi vincere. Uno Sport in cui la condivisione e l’unione è fondamentale. Uno Sport in cui l’allenatore e lo staff è un tutt’uno con il gruppo. Uno Sport che va praticato per passione oltre e aggiungerei prima dei valori economici. Uno Sport in cui la società è quella che sostiene un progetto pieno di valori e rapporti umani prima di ambizioni.