Riccardo Albanese: “Sport di combattimento spesso mal visti, ti insegnano tanti sani principi”

Riccardo Albanese: “Sport di combattimento spesso mal visti, ti insegnano tanti sani principi”

31 Maggio 2022 0 Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone
Un combattente davvero forte dovrebbe sempre apparire calmo e dignitoso. Credo che qualsiasi espressione di aggressività sia un’espressione di debolezza. (Fedor Emelianenko)
Oggi parliamo di Covid, sport e salute con un lottatore professionista: Riccardo Albanese.
Campione del mondo 2012/2014/2016 categoria junior; Campione de mondo 2021 categoria senior; Campione europeo 2013/2015 junior; Campione europeo 2016/2018 senior; Campione italiano x11; Irish Open international x5 Austrian Classic; Bestfighter world cup; Point fighting cup Grand Champion; Atleta della nazionale dal 2010.

La fase pandemica nella sua fase più acuta sembra ormai essere alle spalle anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli. Come ha affrontato questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport? Come ha gestito la paura del contagio e il disagio legato alle severe misure restrittive?

La fase pandemica purtroppo ha colpito tutti soprattutto a livello di crescita sportiva. Per quanto le limitazioni erano tanto io ho comunque cercato di allenarmi il più possibile a casa da solo in modo da poter essere pronto e preparato per la futura riapertura delle competizioni.

Le restrizioni e il tentennamento del mondo politico hanno causato gravi danni allo sport, soprattutto per quello cosi detto minore, cos’è successo in particolare nella sua specialità?

Quello che più ho notato nella mia specialità è che con la pandemia molti atleti, soprattutto quelli di giovane età hanno smesso di allenarsi e di conseguenza il livello medio alle competizioni si è abbassato anche se credo sia una cosa che piano piano sparirà e tornerà a stabilizzarsi.

Chi è stato a spingerla all’attività agonistica? o si è trattato di una folgorazione magari guardando ai modelli dei grandi campioni?

Ho iniziato questo sport quando ero molto piccolo, sono stati i miei genitori a darmi la possibilità di provare questa bellissima disciplina, me ne sono subito innamorato e da li non ho mai più smesso.

Al di la delle doti personali e delle attitudini quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?

A mio parere la forza di volontà è una delle cose più importanti, se non la più importante, perché è quello che contraddistingue un’atleta agonista da un’atleta campione. Le doti fisiche sono utili ma non indispensabili al raggiungimento di tutti gli obbiettivi. Quello che serve è la volontà nel raggiungerli.

Cosa suggerirebbe ai giovani che si avvicinano alla sua specialità?

Ai giovani che vorrebbero avvicinarsi a questa disciplina vorrei dire di provarla assolutamente, questo è uno sport che insegna sani principi, spirito di squadra e che apre la mente. Gli sport da combattimento dovrebbero essere visti un po’ meno violenti e più come un modo di ampliare le proprie conoscenze.