Resistenza agli antibiotici, i vaccini possono evitare mezzo milione di morti

Resistenza agli antibiotici, i vaccini possono evitare mezzo milione di morti

2 Agosto 2023 Off Di La Redazione
Evitare ogni anno circa mezzo milione di morti dovute a infezioni da batteri resistenti agli antibiotici grazie ad un utilizzo ottimale dei vaccini esistenti e lo sviluppo di nuovi vaccini contro patogeni emergenti. È la stima contenuta in uno studio realizzato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, dall’International Vaccine Institute e dalla London School of Hygiene & Tropical Medicine. La ricerca è stata pubblicata su BMJ Global Health. “A livello globale ci sono 4,95 milioni di decessi all’anno associati alla resistenza antimicrobica”, spiega l’Oms in una nota. Le vaccinazioni, attraverso l’immunizzazione delle persone che vi sottopongono e creando la cosiddetta immunità di gregge, riducono le infezioni e la spirale che porta allo sviluppo di batteri resistenti.
Nello studio, i ricercatori hanno elaborato modelli matematici per calcolare l’impatto delle vaccinazioni contro 15 patogeni identificati come prioritari dall’Oms (solo 3 di questi sono effettivamente disponibili). Secondo i calcoli, utilizzando questi vaccini nelle popolazioni chiave, si potrebbero salvare 500 milioni di vita ed evitare 28 milioni di anni di vita in salute persi. Tra i vaccini, quello che garantirebbe maggiori risultati sarebbe quello contro la tubercolosi: eviterebbe 120 milioni di morti l’anno e la perdita di 4,5 milioni di anni in salute. L’Africa e il Sud-Est Asiatico sono le aree del pianeta che trarrebbero maggiori benefici dall’intensificazione delle strategie vaccinali, con circa 160 milioni di morti l’anno evitate ciascuno. Poco più di 30 mila i decessi evitati in Europa. “Si prevede che la resistenza antimicrobica costerà all’economia globale 100 mila miliardi di dollari tra il 2014 e il 2050. Non abbiamo tempo da perdere per sfruttare il potenziale della vaccinazione su larga scala per prevenire la diffusione della resistenza antimicrobica”, conclude l’Oms.