Regione, si naviga a vista tra prorogacce, proroghine e prorogone

Regione, si naviga a vista tra prorogacce, proroghine e prorogone

13 Febbraio 2024 Off Di Antonio Magliulo

Nella Smorfia Napoletana novanta  “traduce” la paura. Nell’ambito dell’Amministrazione regionale campana, invece, indica i giorni che in genere fissano le proroghe degli incarichi dirigenziali. E l’evento non è raro. Anzi!

È successo, proprio di recente, ancora una volta. A farne le spese, per la verità, un po’ tutti i settori, in  special modo quello, delicatissimo, della sanità. Con la delibera numero 40 di fine gennaio scorso, infatti, la Giunta campana ha prorogato i dirigenti fino al 30 aprile prossimo. Quasi una novantina, per la precisione 87, i livelli apicali regionali interessati dal provvedimento di prorogatio.

Di peso specifico, perché hanno rappresentato e rappresentano i tecnici che supportano De Luca nella gestione sanitaria, i prorogati di questo settore. Si tratta di Pietro Buono, Luigi Riccio, Ugo Trama, Annamaria Ferriero, Gaetano Patrone, Bianca Corcione,.

Su questa pattuglia, guidata da Antonio Postiglione, direttore generale tutela della salute Regione Campania, poggia il peso di un’amministrazione che deve dare attuazione ad un diritto, quello della salute, a valenza costituzionale. Un diritto che, basta scorrere i recenti fatti di cronaca, è bel lungi dall’essere assicurato.

Ora, se per tutti i dirigenti, non solo di quelli della sanità, le proroghine di 90 giorni “complicano la vita” perché procurano, necessariamente, un’assenza programmatoria, per quelli chiamati ad assicurare l’assistenza agli infermi, l’assenza di programmazione diventa addirittura esiziale. Per non parlare di quanto pernicioso risulti questo andazzo per i malati chiamati a confrontarsi con una qualità assistenziale che scende sempre più in basso.

Discorso a parte merita il direttore del Centro regionale trapianti – e qui, se le notizie in nostro possesso sono esatte si tratterebbe proprio di un prorogone –  che continua a restare al suo posto nonostante la delibera di incarico sia scaduta da ben due anni.