La viltà si fa scudo dell’innocenza

La viltà si fa scudo dell’innocenza

5 Maggio 2019 0 Di Antonio Magliulo

Ieri è toccato ad Annalisa Durante. Oggi è la piccola Noemi che rischia la vita. Fino a quando lo Stato continuerà restare impotente di fronte al martirio degli innocenti?

Sembra ieri, eppure sono passati quindici anni, uno in più di quanti ne aveva  Annalisa Durante quando fu usata come scudo umano da un camorrista che decretò, così, il suo destino di morte. Oggi, nella Rianimazione del Santobono, si aggrappa alla vita, con tutte le sue forze, la piccola Noemi. Anche per lei una pallottola vagante, esplosa da un camorrista, che rischia di sottrarla all’effetto dei genitori, del piccolo fratellino di un anno, di quanti la conoscono e la amano.

La Camorra che uccide i “nemici” ma risparmia donne e bambini, se mai è esistita, oggi non esiste più. Esiste una holding criminale (ma fin dalla sua nascita, di questo si è sempre trattato) che, Stato nello Stato, continua impunemente ad uccidere, senza guardare in faccia a nessuno. Un’organizzazione criminale che – per così dire, endemica in regioni quali la Campania, la Sicilia, la Calabria e la Puglia – oramai ha ramificazioni, ben consolidate, su tutto il territorio nazionale e “sedi di rappresentanza” anche all’estero. Un’organizzazione che pervade segmenti importanti della, cosiddetta, società civile e che, nonostante le normative stringenti, continua a dettare legge anche nel campo degli appalti pubblici. Un’organizzazione che, in questo modo, “ripulisce” il fiume di ricchezza illecita proveniente dallo spaccio di droga e dalla morte dei drogati, investendolo in attività “legali”. Un’organizzazione che ancora trova modo, direttamente o indirettamente, di strizzare l’occhio a certa politica.

Di fronte all’enormità di questa situazione trova “giustificazione” anche la foto del ministro dell’interno, Matteo Salvini, con tanto di mitra imbracciato. Si tratta, infatti, di combattere una guerra il cui esito non è affatto scontato. Una guerra non dichiarata ma che va combattuta, e forse neanche basterà, con almeno altrettanta energia di quella dispiegata per respingere le migrazioni clandestine.

Ben consci che c’è un nemico più forte, più ricco e meglio organizzato dei migranti che, spinti dalla fame e dalla guerra, premono alle frontiere. Un nemico che pur di eliminare l’avversario-concorrente non esita ad uccidere Annalisa ed a ridurre in fin di vita la piccola Noemi.