Quando il livello di testosterone scende

Quando il livello di testosterone scende

1 Febbraio 2020 0 Di La Redazione

Pubblicato in America uno studio che fissa nuove linee guida per le terapie con testosterone negli uomini adulti che presentano un basso livello di testosterone.

 

Novità per i bisogni di lui. L’American College of Physicians (Acp) ha pubblicato su Annals of Internal Medicine nuove linee guida cliniche che offrono raccomandazioni pratiche per la terapia con testosterone negli uomini adulti che presentano un basso livello di testosterone correlato all’età. “Lo scopo di questa linea guida è di presentare raccomandazioni basate sulle migliori prove disponibili rispetto a benefici, danni e costi del trattamento con testosterone in questa popolazione” afferma Amir Qaseem, dell’American College of Physicians di Philadelphia, primo nome dello studio.

Le raccomandazioni suggeriscono che i medici dovrebbero iniziare il trattamento con testosterone in tali pazienti al solo scopo di migliorare la funzione sessuale. Secondo gli autori, infatti, esistono prove di moderata certezza sul fatto che il trattamento con testosterone in questo tipo di individui abbia portato a un lieve miglioramento della funzione sessuale globale, mentre prove di scarsa certezza hanno mostrato un piccolo miglioramento della funzione erettile. Al contrario, le prove disponibili dimostrano un miglioramento minimo o nullo della funzione fisica, dei sintomi depressivi, dell’energia e della vitalità o della cognizione tra questi uomini dopo trattamento con testosterone. L’Acp raccomanda di rivalutare i sintomi degli uomini entro 12 mesi dall’inizio del trattamento con testosterone, e in seguito con regolarità, in modo da intervenire con l’interruzione del trattamento nel caso in cui la funzione sessuale non migliori. La linea guida raccomanda inoltre di utilizzare formulazioni intramuscolari anziché quelle transdermiche per il trattamento, dal momento che costano meno e hanno efficacia clinica ed effetti indesiderati simili.

In un editoriale di accompagnamento, Victor Adlin, della Temple University, Philadelphia, Pennsylvania, osserva che queste nuove linee guida rispecchiano per lo più quelle recentemente proposte dalla Endocrine Society e dalla American Urological Association. Tuttavia, l’esperto ritiene che molti medici metteranno in dubbio la raccomandazione di favorire l’uso di formulazioni intramuscolari, che possono costituire un potenziale ostacolo all’adesione alla terapia per la necessità dell’iniezione e per i livelli fluttuanti di testosterone nel sangue dopo la terapia.