Prestazioni sanitarie in Campania, il malato di cancro può attendere

Prestazioni sanitarie in Campania, il malato di cancro può attendere

26 Gennaio 2023 Off Di Antonio Magliulo

Pesa come un macigno la denuncia del dottore Giovanni Verde che riferisce di un episodio, a dir poco sconcertante,  che si è consumato ai danni di una paziente colpita da tumore al seno da poco diagnosticato ma non ancora compiutamente inquadrato sotto  il profilo prognostico . Pesa come un macigno anche perché non è la prima volta che registriamo episodi di malasanità che vanno a colpire ammalati neoplastici. “Il Cup dell’ospedale di Frattamaggiore – lamenta il dottor Verde – ha preteso la ricetta Programmabile (a 180 giorni) per Paziente Oncologico ancora da stadiare invece che Breve (entro 10 giorni) come da me emessa”.

Il dottore Verde  non si è lasciato scoraggiare e ha chiamato in causa il direttore generale dell’Asl Napoli 2 Nord: “Con sommo rammarico ed ancora pieno di adrenalina mi rivolgo a Lei affinché faccia chiarezza sulla giusta interpretazione delle classi di Priorità delle ricette del SSN”. Quindi, ha ribadito anche al manager, il racconto, raccapricciante, del rifiuto dell’addetto al Cup di accettare una prenotazione congrua rispetto alla gravità della patologia.

“Ed invece – ribadisce il professionista – il tumore ancora in fase di stadiazione necessita di una visita specialistica di controllo a breve”.

“Il Piano Nazionale di Governo delle Liste di Attesa (PNGLA) 2019-2021 – illustra il dottore Verde – stabilisce che nelle prescrizioni deve essere chiaro se trattasi di prestazione in primo accesso o prestazione successiva al primo accesso come i controlli. I controlli devono essere prescritti dal professionista che ha preso in carico il paziente senza che questi sia rimandato al MMG/PLS per la prescrizione e a tal fine le Aziende devono prevedere idonee modalità per consentire la prenotazione da parte del medico specialista della struttura”.

“La visita di controllo non dovevo prescriverla neanche io – si sfoga il dottore Verde – ma l’oncologo che l’ha visitata. Nell’ipotesi recondita che la Signora si fosse recata a visita con ricetta Programmabile senza UNA STORIA CLINICA CONOSCIUTA; qualsiasi ambulatorio poteva tranquillamente prenotarla a 6 mesi senza commettere nessun errore in quanto la mia ricetta portava la dicitura “ programmabile “ cioè effettuabile anche tra 6 mesi”. 

E la domanda, a questo punto, nasce spontanea: “La Signora nel frattempo cosa avrebbe fatto con un tumore in via di definizione Prognostica?”.

Alla fine una chiusura amara con il dottore Verde che, pur di consentire la visita alla paziente, si è piegato emettendo una ricetta programmabile e, quindi, con i prevedibili tempi di attesa. Ma si può? E fino a quando decisioni cervellotiche potranno decidere della vita e della morte di un paziente? C’è in tutto questo una responsabilità politica, oltre che etica, di chi al Governo della sanità regionale e questo non può essere sottaciuto, né più a lungo possono essere tollerati episodi di tale gravità.