Pertosse, boom globale di casi: quasi un milione in un anno
12 Dicembre 2025I casi di pertosse continuano a crescere rapidamente a livello globale, con un aumento quasi sestuplicato nell’ultimo anno: nel 2024 le segnalazioni hanno raggiunto quota 977mila, contro le circa 167mila del 2023. È il quadro delineato dall’ultimo aggiornamento epidemiologico internazionale, che colloca l’Europa tra le aree più colpite con 296.543 casi, superata soltanto dal Pacifico occidentale, dove si registrano 591.193 contagi. La recrudescenza interessa però anche la regione delle Americhe, dove l’Organizzazione panamericana della sanità (Paho) lancia un appello urgente ai Paesi: colmare i gap vaccinali e rafforzare la protezione soprattutto nei bambini sotto i 5 anni. Dal 2023 al 2024 i casi nell’area sono infatti cresciuti da 11.202 a 66.184, e nel 2025 il trend resta preoccupante, con 10 Paesi che riportano aumenti significativi rispetto agli anni precedenti.
Negli Stati Uniti la situazione è particolarmente osservata. Il Kentucky ha recentemente registrato la terza morte infantile in un solo anno, e lo Stato sta affrontando la più alta attività del batterio dal 2012. Già nel novembre 2024 i casi nazionali erano arrivati a 33mila, rimanendo elevati anche nel 2025 con oltre 25mila infezioni nello stesso periodo. Secondo Daniel Salas, direttore esecutivo del Programma speciale per l’Immunizzazione integrata della Paho, l’aumento dei casi «evidenzia lacune nell’immunizzazione e nella sorveglianza epidemiologica». Durante la pandemia di Covid, infatti, la copertura vaccinale nella regione è scesa ai livelli più bassi degli ultimi 20 anni: 87% per la prima dose e 81% per la terza. Nel 2024 si registra un recupero (rispettivamente 89% e 87%), ma persistono forti disomogeneità: 10 Paesi sono ancora tra l’80% e l’89% di copertura, 4 Paesi sotto l’80%, e altri 10 si fermano tra il 90% e il 94%. Per la Paho, l’obiettivo resta chiaro: raggiungere e mantenere una copertura vaccinale del 95% o più, includendo non solo il ciclo primario nei bambini sotto l’anno di età ma anche i richiami durante infanzia e adolescenza. Cruciale inoltre la vaccinazione in gravidanza e tra gli operatori sanitari, soprattutto nei reparti maternità.
I bambini sotto i 12 mesi restano la fascia più colpita, con il 30-40% dei casi in Paesi come Argentina, Brasile e Colombia. Epidemie sono state osservate anche in comunità indigene e aree rurali, dove le coperture vaccinali sono storicamente più basse. Accanto alla spinta vaccinale, Paho insiste sul rafforzamento della sorveglianza epidemiologica, sulla conferma di laboratorio dei casi e su misure di contenimento come isolamento respiratorio e trattamento antibiotico tempestivo. Importanti anche le campagne di informazione per favorire la diagnosi precoce e la consapevolezza della popolazione. «Una vaccinazione tempestiva e completa, insieme a una sorveglianza solida, resta la strategia più efficace per prevenire la pertosse», conclude Salas. Un’infezione che, soprattutto nei bambini non vaccinati sotto l’anno di età, può provocare complicazioni gravi o esiti fatali.



