Paolo Bruti: “La pandemia ci ha segnato, nello sport come in tutto il resto”

Paolo Bruti: “La pandemia ci ha segnato, nello sport come in tutto il resto”

5 Novembre 2022 0 Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

“Nel tennis ti trovi mille volte indietro, 5-4, 6-5, ma devi lottare, diventare ancor più aggressivo, non avere paura”. (Rafael Nadal)

Oggi parliamo di Covid, sport e salute con un maestro di tennis: Paolo Bruti.

La fase pandemica più acuta sembra ormai alle spalle, anche se i continui colpi di coda non lasciano tranquilli, come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport, come ha gestito la paura del contagio e del disagio legato alle misure restrittive?

La pandemia ci ha perseguitato per anni ormai, ci ha segnato e ci segnerà ancora, nello sport come in tutto il resto. Il timore di essere contagiati è sempre alto, ma personalmente vivo la giornata sempre al mio limite, non mi condiziono più come prima, se deve accadere accade.

Le restrizioni ed i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni al mondo dello sport, soprattutto a quello cosiddetto minore, cosa è successo in particolare nella sua specialità? 

Nel tennis fortunatamente i grossi limiti imposti hanno influenzato gli allenamenti, ma non determinato un abbandono dell’attività; essendo uno sport singolo avevamo gli spazi adeguati per restare sereni.

Chi è stato in famiglia o tra gli amici a spingerla verso l’attività agonistica, oppure si è trattato di una sua folgorazione guardando ai modelli dei grandi campioni?

Il mio allenatore di svariati anni fa è stato l’artefice della mia scelta inerente all’attività agonistica, a me piace competere, e il convincimento non è stato così difficile.

Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?

La forza di volontà è fondamentale per raggiungere qualsiasi obbiettivo, la pesantezza degli allenamenti la sostiene solo la volontà, il fisico si allena, lei devi averla innata.

Se dovesse dare qualche consiglio utile ai ragazzi che si avvicinano alla sua specialità cosa suggerirebbe?

Iniziate fin da subito a competere, anche a livello amatoriale, l’attitudine alla partita e alla competizione si allena solo con la partita stessa; gli allenamenti sono solo dei mezzi per raggiungere l’obbiettivo nel miglior modo possibile. Devono crescere nuovi tennisti in grado di giocare e variare ogni colpo in campo, in grado di divertirsi con la racchetta in mano, non dei semplici tirapalle.