Ospedale unico della Penisola sorrentina: una storia controversa

Ospedale unico della Penisola sorrentina: una storia controversa

27 Febbraio 2020 0 Di Martina Lombardi

Per i cittadini un sì “condizionato” al nuovo Ospedale unico che rappresenta sicuramente un progresso ma a patto che questo non significhi la dismissione totale dei due nosocomi preesistenti.

 

Uno degli argomenti più discussi a livello regionale e locale è quello legato all’imponente realizzazione di un ospedale unico nel territorio sorrentino, che possa inglobare in sé gli spazi e le funzioni dei due poli sanitari della penisola: l’ospedale De Luca e Rossano di Vico Equense e il nosocomio Santa Maria della Misericordia di Sorrento. Entrambi i presìdi hanno una lunga storia alle spalle e da anni sono i principali punti di riferimento per cittadini e turisti, sia per l’eccellenza dimostrata dagli specialisti che lavorano nelle due strutture e sia perché esse sono collocate in una posizione strategica, dividendo a metà la zona della penisola e consentendo in questo modo un intervento sanitario più rapido e immediato.

In prima persona, da cittadina vicana e paziente, ho potuto constatare l’efficienza dell’ospedale De Luca e Rossano i cui medici dimostrano costantemente grande disponibilità e professionalità, nonostante il clima di incertezza che pende sul futuro del nosocomio

Ciò rende l’ospedale una presenza insostituibile per la comunità di Vico Equense che da sempre è profondamente ancorata al suo presidio sanitario non solo in virtù delle cure da esso offerte, ma anche e soprattutto per un legame particolare, di affetto e sentimento.

L’Ospedale è infatti nato nel XIX secolo dalla volontà di due famiglie locali, De Luca e Rossano, come centro di sostegno medico per i cittadini più bisognosi e pertanto è subito diventato un punto fermo per l’intera comunità, una certezza nei momenti più delicati della vita.

Il nosocomio ha condiviso con i suoi degenti una lunga storia: ha accolto come figli i pazienti, sostenendoli negli attimi più difficili, provando insieme a loro sentimenti contrastanti ma spesso contemporanei, come la gioia e il dolore, la felicità e la paura, la vita e la morte.

Un solo caso può esemplificare il legame viscerale che si è creato tra i cittadini e la struttura medica: quando nel 1980 il devastante terremoto che colpì la Campania distrusse buona parte dell’Ospedale, la comunità di Vico Equense collaborò come un solo corpo e un’unica anima per ricostruire il nosocomio e nel 1991, terminati i lavori di restyling, il centro sanitario rinacque nell’aspetto e nella suddivisione dei reparti che oggi conosciamo.

Negli ultimi anni, tuttavia, la Regione si sta confrontando con le amministrazioni locali per la realizzazione di un progetto imponente che cambierebbe drasticamente la vita e il futuro degli ospedali territoriali, inglobati in un polo sanitario più grande e potenzialmente più funzionale.

È il famoso Ospedale unico della penisola sorrentina, ideato per concentrare i presìdi della zona consentendo così, almeno sulla carta, una contrazione ospedaliera che economizzerebbe le spese e il personale del nuovo nosocomio. L’avveniristico ospedale, progettato negli spazi dell’odierno edificio dell’Asl di Sant’Agnello, dovrebbe ampliare i reparti e i posti letto, sfoggiare nuovi macchinari tecnologici per migliorare i referti e le cure e semplificare gli interventi sanitari con la dotazione di un punto di atterraggio per l’eliambulanza. Di certo sono vari gli aspetti positivi legati alla nascita del nuovo ospedale che, però, per molti cittadini potrebbero non essere così entusiasmanti se confrontati con la sua drastica conseguenza principale: lo smantellamento degli ospedali di Vico Equense e di Sorrento.

In virtù di quel rapporto viscerale che soprattutto i vicani nutrono nei confronti del proprio nosocomio, è naturale pensare immediatamente al destino del De Luca e Rossano la cui fine sembra ormai inevitabile: sarà ridimensionato o completamente inglobato nell’Ospedale unico? Rimarrà il pronto soccorso, supportato da pochi e specifici reparti, o chiuderà definitivamente costringendo la comunità vicana a spostarsi, in cerca di cure, tra il San Leonardo di Castellammare e il nuovo centro di Sant’Agnello?

È ancora in evoluzione la sorte del De Luca e Rossano, per la cui sopravvivenza Vico Equense si è mobilitata con raccolta firme, forme di proteste pacifiche, flash mob e quotidiani dibattiti per smuovere le decisioni della Regione.

Una sola cosa è certa: l’Ospedale unico è, giorno dopo giorno, sempre più imminente, come dimostra il recente bando pubblicato sul sito Soresa (Società regionale per la sanità della Regione Campania) che aggiudicherà al miglior offerente, tra i comuni della penisola, l’espletamento dei lavori per la realizzazione del polo sanitario.

È opinione diffusa che sia rischioso eliminare definitivamente i nosocomi di Vico Equense e Sorrento: il nuovo centro ospedaliero di Sant’Agnello potrebbe certamente avere tutte le capacità per affinare ancora di più la sanità locale, ma difficilmente potrà sostituire, nella vita e nel cuore dei cittadini le due strutture della penisola che sono di fatto una tradizione.

Non resta, quindi, che aspettare i successivi sviluppi della controversa faccenda, auspicando la convivenza delle due strutture ospedaliere, anima e storia delle nostre città, che non sembra impossibile se si decidesse una divisione dei reparti.