Ospedale del Mare, tecnica innovativa per la ricostruzione della vescica

Ospedale del Mare, tecnica innovativa per la ricostruzione della vescica

26 Ottobre 2022 0 Di La Redazione

Ricostruire la vescica, dopo l’asportazione in caso di tumore, è sempre stato un intervento lungo e complesso, destinato a trattenere alcune ore in più il paziente oncologico in sala operatoria.

All’Ospedale del Mare di Napoli è stata invece introdotta una tecnica innovativa: la ricostruzione vescicale dopo la cistectomia avviene attraverso il robot Da Vinci, snellendo la procedura in modo rapido e sicuro.

Nata all’ombra del Vesuvio, la nuova tecnica è stata non a caso chiamata VON (Vesuvian Orthotopic Neobladder), presentata durante il congresso annuale dell’Auro, l’associazione degli urologi italiani e illustrata sull’ultimo numero dell’Urology Journal, testata scientifica internazionale.

A ideare la tecnica è stato il dottor Dario Del Biondo, 44 anni, urologo di origine abruzzese giunto nel 2018 nell’Ospedale del Mare con un importante curriculum chirurgico maturato al fianco di importanti specialisti sin dal 2009. Del Biondo, referente chirurgico per il cancro alla vescica nel Gruppo oncologico multisciplinare (Gom), sottolinea che la nuova tecnica “rappresenta una novità assoluta, permettendo in pochi passaggi di confezionare in chirurgia robotica una nuova vescica con un tratto di intestino”. A fare la differenza è l’uso del robot, che è stato studiato nell’Ospedale del Mare anche dall’urologo Sertac Yazici, dell’università di Ankara, in un’ottica di stretta collaborazione con i colleghi partenopei. L’urologia dell’Ospedale del Mare, nata quattro anni fa, è cresciuta “creando un’offerta ampia e completa nelle tecniche chirurgiche miniinvasive, laparoscopia e robotica, fino a creare con la Von possibilità completamente inedite e innovative”, ricorda Del Biondo. “Si tratta di una ulteriore chance per il paziente oncologico, arma che arricchisce il Gom dell’area urologica dell’Ospedale del Mare e vuole essere un tributo al territorio, già nel nome”.