Oreste Aguglia, dal calcio alla fisioterapia in giro per il mondo

Oreste Aguglia, dal calcio alla fisioterapia in giro per il mondo

9 Marzo 2024 Off Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

Dal Calcio giocato alla Fisioterapia, passando per una laurea in Scienze Motorie conseguita in Italia. Da calciatore girovago, prevalentemente nei confini nazionali, a fisioterapista a livello internazionale. Come è avvenuto il passaggio da sportivo ad operatore sanitario legato all’attività agonistica?
La mia più grande passione è sempre stata il calcio, una passione iniziata da bambino e ancora oggi forte come allora. Ho continuato l’attività calcistica anche dopo le scuole superiori contemporaneamente ad un primo percorso universitario, il conseguimento della laurea in scienze motorie all’università di Roma. In quel periodo giocavo nel campionato di Serie D, e tra vari infortuni in campo ed esami universitari è nata un’altra passione, la terapia fisica e riabilitativa. Subito dopo la laurea mi sono allora trasferito in Spagna per frequentare il corso di laurea quadriennale in fisioterapia dell’ Università Cattolica Sant Antonio di Murcia (UCAM), una realtà di eccellenza sia a livello scientifico e di ricerca che sportivo. Dopo la laurea in fisioterapia sono rimasto ancora all’interno della UCAM per perfezionarmi conseguendo un Master in Fisioterapia dello Sport con professori del calibro di Ivan Nacher, ex fisioterapista del Valencia e del Manchester City.

Meglio giocare o meglio curare?
Ho risolto il dilemma con un compromesso. Ho lasciato il calcio agonistico ed ho continuato a giocare in serie minori, potendomi così concentrare bene sul lavoro, che è molto impegnativo e che mi assorbe per gran parte della giornata. Ovviamente (e per fortuna) rimane forte la determinazione a rimanere in campo fino a quando mi sarà possibile.
Lei ha avuto un’esperienza edificante in Spagna ed attualmente è fisioterapista nella nazionale vietnamita di Futsal.

Lei ha avuto un’esperienza edificante in spagna ed attualmente è fisioterapista nella nazionale Vietnamita di Futsal.

Devo la mia formazione professionale alla facoltà di Fisioterapia dell’ Università Cattolica S. Antonio di Murcia, all’avanguardia in tecniche e tecnologie terapeutiche. Devo anche molto al tradizionale rigore nell’ esercizio di questa disciplina in Spagna. Poco più di anno addietro ho avuto la preziosa opportunità di esercitare come fisioterapista della nazionale Vietnamita di futsal, un’esperienza molto forte in termini di responsabilità personale e di confronto con una realtà sociale e culturale così diversa e stimolante. Faccio parte dello staff di Diego Giustozzi , una leggenda nel mondo del futsal a livello mondiale ed ex campione del mondo con la nazionale Argentina nel 2016. Al momento stiamo preparando la squadra ad affrontare il prossimo torneo dell Coppa D’Asia che si giocherà in Thailandia. Siamo tutti concentratissimi e determinati a raggiungere l’obiettivo di aggiudicarci un posto per il Mondiale di Futsal 2024. E’ un percorso che facciamo con la coesione e l’ entusiasmo che nello sport agonistico si traducono nella parola magica: crederci!

C’è differenza tra l’attività sportiva o comunque delle attività che gravitano nel mondo dello Sport tra Oriente ed Occidente?

La sostanziale differenza è determinata dal diverso modo di relazionarsi con il prossimo e in generale con le cose della vita. Lo sport è vissuto con uno spirito diverso dal nostro. Nel futsal per esempio i nostri ragazzi sono dei professionisti esemplari, si allenano più volte al giorno con una costanza incredibile e con estrema serietà, però sono sempre pronti a farti un sorriso o una battuta, a creare un ambiente allegro e rilassato o se qualche partita non va per il verso giusto vivono la sconfitta con filosofia pensando già alla prossima sfida. Diciamo che hanno un’altro modo di affrontare le difficoltà nello Sport e nella vita in generale. Penso che abbiamo molto da imparare da loro e non ti nascondo che mi affascina molto questo loro lato della personalità.

La tecnica di riabilitazione che lei applica ai suoi atleti affonda le sue radici nella Scuola Medica Occidentale o è stata integrata con tecniche di estrazione orientale?

Le tecniche di terapia fisica e riabilitativa che applico con la squadra sono prevalentemente quelle della scuola occidentale. Ci sono però alcune affascinanti similitudini con la medicina orientale. In Spagna ho appreso la fisioterapia mini-invasiva ecoguidata, una tecnica altamente specializzata che consente di ottenere risultati terapeutici importanti mediante l’inserimento di aghi sterili ultrasottili nei tessuti con la guida dell’ecografo. Ci sono ovviamente sostanziali differenze metodologiche, ma l’analogia concettuale con l’agopuntura orientale è abbastanza forte. Molti punti anatomici di riferimento che usiamo in occidente sono gli stessi della agopuntura tradizionale cinese, con la differenza che questa viene esercitata da 2500 anni circa. Sarebbe interessante approfondire e magari riuscire a mixare entrambe le correnti trovando una via di mezzo tra le due.