Non esiste la figura del prescrittore unico

Non esiste la figura del prescrittore unico

5 Marzo 2023 Off Di Manto

Le norme che oramai da diverso tempo disciplinano l’istituto della prescrizione attribuiscono la possibilità di prescrivere ricette, finalizzate alla cura o alla diagnosi, non solo ai medici di famiglia ma anche agli specialisti.

Tessere sanitarie, ricette elettroniche, anagrafe nazionali degli assistiti, insomma in poche parole, la modernizzazione che l’informatica ha portato anche al mondo della sanità danno la possibilità agli specialisti, previo collegamento ad un’apposita piattaforma, di prescrivere ricette (Vedi allegato Empam di questo articolo). Eppure nonostante la norma non lasci dubbi interpretativi gli specialisti continuano a rifiutare la prescrizione.

E così, il dottore Salvatore Caiazza, che da diversi mesi si è fatto paladino, insieme a tanti medici di famiglia, di questa battaglia di civiltà a tutto vantaggio del paziente, ha preso per l’ennesima volta carta e penna per tornare sull’argomento: “A chi spetta fare certificati di malattia e infortunio? Chi deve fare le ricette?

Cari Cittadini e Assistiti, evitate di richiedere ai Vostri medici di famiglia certificati e ricette non dovute, ma pretendetele dai medici che hanno il dovere dì redigere tali documenti, altrimenti potreste incorrere in indurre a certificazioni e ricette false, poiché ogni documento sanitario è un atto medico-legale che necessita di una visita.

Cara Regione Campania, se la Direzione della Tutela della Salute e Coordinamento del Sistema Sanitario regionale non impone il rispetto delle regole a tutti gli attori del sistema sanitario, è soggetta ad una denuncia con risarcimento danni per ore di lavoro straordinario non retribuito e per erogazione di prestazioni inappropriate da parte dei medici di famiglia”.

Servirà questa ennesima filippica a smuovere certe incrostazioni? Sarà difficile, visto che anche le Istituzioni preposte ai controlli e alle politiche di indirizzo sanitario, su questo tema, latitano parecchio.

Ma, intanto, come dicevano i nostri antenati: Repetita iuvant!