Nidal Al Iassin, curare con gli aghi

Nidal Al Iassin, curare con gli aghi

8 Settembre 2025 Off Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

Medico e agopuntore, con esperienza anche nella medicina penitenziaria, Nidal Al Yassin coniuga la professione di camice bianco con le arti marziali. Prendendo il meglio dall’una e dall’altra conoscenza medica, lui sintetizza al meglio l’attività e cosi, mentre altri proprrio in questi giorni litigano ferocemente, lui è riuscito a mettere insieme Oriente e Occidente.

L’agopuntura si rifà ai principi della Medicina Tradizionale Cinese. In occidente questa antichissima arte della cura è un po’ snobbata eppure soprattutto nel campo agopunturistico rivela i suoi risultati positivi. Tant’è che viene utilizzata anche per le anestesie.

L’agopuntura è un’arte medica millenaria che, a differenza di molte mode sanitarie, è sopravvissuta a migliaia di anni di storia. In Occidente inizialmente è stata snobbata perché non rientrava nei paradigmi classici della medicina scientifica. Ma quando una tecnica è in grado di ottenere risultati tangibili su patologie croniche, su dolori refrattari ai farmaci e persino di sostituire anestesie in chirurgia, è difficile liquidarla come “alternativa”, infatti oggi è oggetto di studi e pubblicazioni scientifiche. L’agopuntura è una scienza raffinata che lavora sui sistemi di regolazione del corpo e sulla neuroplasticità. Chi la prova, smette di dubitare.

Un effetto ad effetto della cura con gli aghi è dato dall’altissima percentuale di successo lavorando sui tabagisti.

Sì, smettere di fumare è uno dei campi dove l’agopuntura brilla. Molti pazienti riescono a lasciare le sigarette già dopo poche sedute.  Lavoriamo su aree cerebrali che regolano la dipendenza e il craving, e riduciamo l’ansia da astinenza. Stimolando punti specifici sul padiglione auricolare e sul corpo, andiamo a modulare i centri nervosi della dipendenza e a spegnere l’ansia da astinenza. È un approccio, naturale e senza farmaci. Ma sia chiaro, io posso disinnescare il craving, ma il paziente deve metterci la volontà. Come dico sempre, è un lavoro a 4 mani.

Per quella che è la sua esperienza personale, quale è stato il campo di applicazione nel quale ha riscontrato i maggiori successi?

Ho trattato molti pazienti con dolori resistenti ai farmaci, tra cui: cervicalgie, lombosciatalgie, cefalee, nevralgie e patologie degenerative come la sclerosi multipla, ottenendo risultati concreti e duraturi. Lavorare con pazienti che hanno provato di tutto senza risultati e riuscire a restituire loro una vita migliore è una grande soddisfazione.

Come, quando e perché, lei si è avvicinato alle arti marziali?

Ho sempre avuto la passione per i ninja. Ho iniziato a sette  anni con il Judo, poi sono passato al Karate ed al Tae Kwon Do. Nel 2008 ho finalmente trovato il mio stile ideale, il Ninjutsu.

Con il tempo ho capito che le arti marziali insegnano molto più del combattimento. Insegnano disciplina, controllo, concentrazione e strategia. Curare un paziente è come affrontare un avversario. Devi leggere il corpo, anticipare le mosse e trovare il punto esatto dove intervenire.

Chi si occupa di salute deve, o almeno dovrebbe, essere anche “testimone” di salute. Cosa fa per tenersi in forma? a Quale dieta si rifà?

Io curo i miei pazienti, ma curo anche me stesso. Mi alleno ogni volta che posso nelle arti marziali. Non seguo diete particolari o che “vanno di moda”, ma seguo il buon senso ed ascolto il mio corpo. Cerco di mangiare sano e in modo bilanciato, non esagero con gli zuccheri, sono astemio e non fumo. Il corpo è come una macchina, se lo nutri bene e lo alleni con costanza, ti ripaga con energia e lucidità.